L’Edera: l’intervista #Senzacontesto

Per noi è L’Edera, per molti altri è solo Alberto e da pochissimo è uscito un nuovo singolo dal titolo Zattera, un nuovo capitolo che vuole raccontare la sensazione di un’intera generazione di sentirsi sempre come se stessimo a combattere con la corrente per rimanere a galla.
Ciao Alberto, questa sarà un’intervista un po’ atipica. Ti chiederò di elencarmi e commentare cinque cose:
Il disco che più ti ha segnato nel 2020
I Mortali di Colapesce e Dimartino. Due artisti che stimo separatamente, hanno ricordato come si scrivono le belle canzoni e il fascino del cantautorato. Una bella boccata di senso, in una scena musicale attuale spesso troppo superficiale.
Il film che hai guardato da solo durante la quarantena
Old boy (2003) di Park Chan-wook. Ce ne sarebbero molti dato che ho passato la quarantena da solo. Questo è un must watch che era nella mia lista da parecchio tempo e devo dire che nella prima parte del film mi sentivo esattamente come il protagonista.
La canzone che ti ricorda l’ultima volta che sei stato innamorato
Il tuo numero di telefono di Giovanni Truppi. Nemmeno troppo tempo fa. Una canzone che riporta al concetto più puro d’amore: amare qualcuno senza alcun tipo di pretesa.
Quel libro che devi leggere ma che non sei mai convinto abbastanza
Avete tutti ragione di Paolo Sorrentino. L’ho iniziato un po’ di volte, ma succedeva sempre qualcosa che mi impediva di continuare oltre le prime pagine. Resto convinto che mi piacerà.
Una foto senza nessun tipo di contesto

Io quest’estate sul posto di lavoro, alla guida della mia zattera, verso nuovi orizzonti musicali.