Settembre, “Grattacieli di basilico”: recensione e streaming

Settembre è finito, ma è uscito da pochi giorni Grattacieli di Basilico, il nuovo album dei Settembre. Grattacieli di Basilico è stato scritto, prodotto e mixato interamente dal duo. Il mastering è stato affidato a Julian Lowe, ingegnere dal ricchissimo curriculum proveniente dai celebri Metropolis Studios di Londra.

I Settembre sono campani, si incontrano a Roma e diventano un duo a Londra. Dopo un’intensa gavetta, tornano in Italia e scelgono le colline e gli ulivi di Teggiano (SA) per costruire un piccolo studio e dare il via a un nuovo percorso musicale.

Settembre traccia per traccia

Non senza eleganza, si parte da Teggiano, primo indizio di connubio tra cantautorato e suoni che sanno di jazz, ma senza strabordare. Ritratti rilassati e ricchi di sentimento arricchiscono il percorso della canzone.

Le mille bolle blu di Mina diventano un riferimento per Lenzuola Blu, pezzo mosso ma ovattato, con qualche istinto di bossa. C’è un po’ di rabbia, ma sfumata, all’interno di Luna e Luca, più notturna che adirata, forse addolorata.

Polaroid e cene da Cracco (con fuga) in Due come noi, che riconducono al senso di piccola avventura che c’è dentro ogni storia d’amore. La title track Grattacieli di basilico ha ingredienti simili, scivolando morbida con un drumming appena appuntito.

Con più che qualche riferimento a Riccardo Del Turco, Giugno torna a proporre immagini della stazione, un topos stabile di questo disco, accennando tuttavia a un leggero duetto di voci. Ricordi d’infanzia che si fanno morbidi e particolarmente toccanti colorano l’ultima traccia del disco, Le tue camicie.

Talento d’altri tempi, si sarebbe detto in altri tempi. I Settembre mettono a frutto un connubio evidentemente efficace, senza sperimentare troppo ma senza risultare nemmeno troppo vintage.

Genere: pop, jazz

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