I Light in The Sky sono una band che si è formata a Genova quasi 10 anni fa, da un’idea di Lorenzo Vassallo, chitarra solista e voce della band, insieme a Teodoro Chighine, batterista e Tony Randello bassista, con l’aggiunta del chitarrista ritmico Massimo Cartagenova.
Revolution è l’album di esordio del LiTS: l’album nasce dal duro lavoro di due anni della band, dall’esperienza e supervisione del maestro Gianni Serino nelle orchestrazioni e nella cura del progetto, dal mixing e mastering del DRUM CODE studio.
Light in The Sky traccia per traccia
Dopo l’introduzione rumorosa e stradale di Where are you, si parte sul serio grazie a Taxi Driver, pezzo energico e apertamente rock, con qualche nostalgia che suona vintage e cambi di ritmo quasi prog.
Più agile e diretta, ecco poi (It’s Just) a Burning Life, scelta anche come singolo e video, probabilmente per la sua robusta e ruvida carica rock.
Ecco poi la prima ballad del disco, Lucrezia, dedicata non a una donna ma a un locale, condita di nostalgie a vari livelli.
Anche Lovely Cash ha un andamento piuttosto rallentato, ma anche dei picchi di movimento improvvisi.
La “band name track” (o comunque si definisca una canzone che ha lo stesso nome della band) Light in the Sky segue con dolcezza, basata su giri soft di chitarra e su una sezione ritmica che tiene i ritmi sufficientemente alti.
Partenza morbida anche per Idea, che piano piano acquista ritmo e forza. Si procede poi con Summertime, aperta dal basso e subito rafforzata dalla chitarra.
Un po’ più alternativa e con una prima parte tra Bowie e i Cure dei vecchi tempi, ecco The Hare, che ha una seconda parte meno dissonante e più levigata.
In the Mountains amplifica le potenze e suona come un brano di influenza hard rock. Si torna a scegliere percorsi più melodici con Angel of Light, che ha tratti acustici.
Ecco poi la title track, ritmata fin dai primi passi: tuttavia è una Revolution ancora melodica e un po’ oscura, a voler lasciare un po’ di amaro nel finale del disco, che si chiude con il recitato Diamonds in the Rough.
L’esordio dei Light in the Sky mostra una netta propensione della band genovese per il rock di matrice tradizionale. Le canzoni sono fluide e ispirate, mettono in evidenza una buona abilità strumentale e la capacità di scrivere usando colori sempre differenti.