Makhno è il one man project di Paolo Cantù, musicista autodidatta, chitarra elettrica e qualsiasi altra cosa gli capiti per le mani. Makhno ha pubblicato Leaking Words, disco da otto tracce uscito per Brigadisco Records, Neon Paralleli, Hysm?, Il verso del cinghiale, Villa Inferno, Wallace Records.

Da più di 30 anni sulle scene è stato membro fondatore di band quali Tasaday, Aferhours, Six Minute War Madness, A Short Apnea, Uncode Duello. Ha suonato inoltre in numerosi side project tra cui End Of Summer, Four Gardens In One, Ear@Now, Damo Suzuki’s Network.

L’album in vinile 12” vede il contributo di Federico Ciappini alla voce nei brani La Ragazza in Coma e Attese, oltre a quello di Hysm?, voci in SundayClouds, Andrea “Marsala” Bordoni, voce in Can the World be as sad as it seems? e Chiara Mattioli, testo in Techno (Berlino in Sottofondo).

Makhno traccia per traccia

Si parte dalla violentissima La ragazza in coma, titolo smithsiano ma sonorità vibranti, industrial/noise, paradossali. Anche il testo si adegua alle estremizzazioni della musica (o viceversa).

Ritmi meno frenetici quelli di Techno (Berlino in Sottofondo), ma tensione altrettanto alta, soltanto con una certa furia molto più trattenuta. Più scivolosa Slowing Down (An Aspect as a Whole), con un cantato in falsetto e in inglese mentre davanti si dardeggia e si armeggia.

A dispetto del titolo si torna all’italiano, anche se sullo sfondo e lontano, con You can’t run the church on Hail Mary’s, mentre la discussione sonora sviluppa motivi ricorrenti di una certa potenza.

Sunday Clouds scende in meandri più convulsi e con un drumming all’inizio quasi jazz. Il finale invece vede un cantato molto funereo. Attese ha ritmi marcati e strutture che si mostrano alla luce del sole, prima che una chitarra in crisi acida si palesi.

Not in your shoes mescola e confonde suoni impazziti, dissonanze, voci dal sottosuolo, rottami ferrosi. Can be the world as sad as it seems chiude il discorso, disegnando scenari pulsanti e irreali, quasi da film apocalittico. Il climax aumenta la tensione e la velocità, fino a una parte finale con voci infernali e suoni che si spengono a terra, scomposti.

Con un disco estremo e sperimentale Makhno sviluppa tematiche sonore coerenti e di grande forza, ora impattando frontalmente ora cercando percorsi alternativi.

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