Malestante è una band di Reggio Emilia che propone pezzi propri in chiave rock/bluesover. L’ultimo lavoro della band è Quarta Parete, album prodotto ed editato da Muki Edizioni, etichetta dello storico studio Esagono di Rubiera.

Quarta parete è un concept album sulla condizione dell’uomo contemporaneo, dove la musica diventa un mezzo per calarsi nelle grotte del subconscio, dove carne e spirito stringono un patto. Abbiamo rivolto qualche domanda alla band.

Volete raccontare la storia della vostra band fin qui?

Malestante nasce nel 2014. Era una sera in cui decidemmo di trovarci in sala a fare jam session senza alcuna pretesa o volontà di creare una band. Solo chitarra e batteria. Ma quella sessione fu magica, non c’era niente di studiato o preparato ma i riff uscivano da soli, diretti e stranamente diversi da tutto quello che eravamo stati prima musicalmente. Erano le prime bozze di Takeaway (prima traccia del disco) e Malestante che poi diventò in seguito il nome della band.

Seguirono altre prove, e anche le demo dei brani confermavano le medesime sensazioni…si poteva partire.

Decidemmo di completare la nostra line up con il basso e un’altra chitarra e partire coi live. La prima “stagione” fu entusiasmante per noi. Ricevevamo pareri positivi da persone sconosciute e anche in città lontane. Gente che durante i concerti seguiva attenta e partecipe e che, come diciamo noi, “batteva il piede sotto al tavolo”.

Terminati i live, abbiamo ultimato la scrittura di nuovi brani e lavorato sugli arrangiamenti di Quarta Parete, il nostro primo album uscito ufficialmente a dicembre 2018 per Muki Edizioni e registrato nello storico Studio Esagono.

Attualmente siamo impegnati nella promozione del disco sia live che in radio, anche se tra una data e l’altra nuovi brani stanno nascendo, spontanei… come sempre!

Quarta parete è un concept album: ci raccontate i concetti base del disco?

Il concept di Quarta Parete è l’uomo contemporaneo e i suoi stati d’animo.

Coi nostri testi cerchiamo di mettere a nudo ogni sentimento, come a volerlo sottolineare o comunque condividere con l’ascoltatore. Come a voler dire: “ehi, non sei da solo”. 

Il titolo Quarta Parete rimarca questo concetto; nei fumetti, infatti, le vignette all’interno delle quali si svolgono le azioni dei personaggi sono costituite da tre pareti (quella posteriore e le due laterali).

La “quarta parete” è quella che idealmente separa il lettore dal fumetto, e attraversando questa quarta parete, si interagisce col lettore rendendolo partecipe e protagonista.

Mi ha colpito particolarmente Istruzioni di massa: come nasce il brano?

Il brano parla dell’impatto che hanno avuto e stanno avendo su di noi i famosi social network, i quali stanno contribuendo a creare un universo virtuale e parallelo, da cui oramai è difficile prescindere.

In generale non intendiamo giudicare se questo fenomeno sia positivo o negativo, ma nel brano raccontiamo dal nostro punto di vista gli effetti di questa “realtà virtuale”, che arriva quasi a modificare la struttura stessa del nostro essere nel mondo.

Nel testo, infatti, “L’assassino è lo scrittore” perché, a differenza dei classici romanzi, in cui alla fine l’assassino è una persona, in questo caso, per noi, è lo scrittore ossia questo universo parallelo che sembra alimentato da noi ma che forse alla fine non lo è…

Siete in corsa per Sanremo Rock: che esperienza è e che speranze avete?

È un’esperienza senz’altro positiva poiché ci permette di confrontarci e/o scambiare opinioni e idee con altre band. Anche band lontane dal nostro modo di intenderla e che difficilmente avremmo potuto incontrare nel nostro percorso. È un po’ una finestra su questo grande giardino che è la musica.

La speranza è quella di poter raggiungere il maggior numero di persone al fine di interagire, condividere e confrontare quelli che sono i nostri punti vista. 

Per una band come la vostra la parte live è fondamentale: ci raccontate il vostro concerto tipo?

Sicuramente il live è per noi fondamentale poiché ci permette di interagire con il pubblico in maniera diretta. Il nostro concerto cerca quindi di seguire questo concetto in maniera da creare una sorta di interazione anche solo mentale. Per esempio, in alcuni club abbiamo sperimentato una disposizione sul palco ad “arco” quasi a voler fare entrate il pubblico nella band e renderlo parte attiva del live.

Musicalmente parlando, invece, l’idea è quella di essere il più possibile fedeli al disco e alle nostre sonorità rock/crossover/blues cercando di trasferire al pubblico quello che abbiamo dentro in maniera diretta. Oltre a questo alterniamo alcune intro ai brani per rimarcare alcuni concetti, anche con l’ausilio di strumentazione video e non solo… ma su questo non vorremmo sbilanciarci troppo… magari vi aspettiamo ad un nostro live!!!

Malestante traccia per traccia

malestante

Si comincia subito in modo robusto: Takeaway è il primo brano del disco, un rock vivo e ribollente, con tutti i crismi classici, più un testo narrativo e descrittivo.

Tienimi fermo il cuore, il singolo, è un po’ meno aggressiva e ha legami molto forti con il rock alternativo italiano, soprattutto degli anni Novanta (Timoria in particolare).

Si torna all’oscurità con Uomo Ombra, rock tagliente e magmatico che rivela parentele con lo stoner.

Piuttosto avvelenata, ecco poi Virus, che gioca con i cori e l’effetto filastrocca, salvo poi abbattere tutto a colpi di chitarra e di urla.

La canzone omonima Malestante invece ha chiare radici blues, sulle quali costruisce un brano elettrico e insinuante.

Istruzioni di massa si declina invece in modo molto meno muscolare, anzi con sottigliezze anche inaspettate, pur non facendosi mancare esplosioni improvvise, e originando ancora collegamenti ai 90s, stavolta dal lato Marlene.

Molto ruvida ma anche capace di cambiare tono, ecco poi Sottovuoto, tra le più aggressive del disco.

Si chiude con La Corsa, brano molto rumoroso e non particolarmente conclusivo della vicenda, ma utile a lasciare un’impressione molto voluminosa e d’impatto.

Molto coerente e compatto, il suono del disco dei Malestante detta il passo a un album che però ha anche l’ambizione di raccontare una storia e fornisce spunti in quantità, oltre che l’impressione di avere di fronte una band molto consapevole dei propri mezzi.

Genere: rock

Se ti piacciono i Malestante assaggia anche: Crevice

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