Esce per Record Y L’importanza inderogabile del mio rendez-vous, il nuovo album che porta la firma di Manlio Maresca. Il disco, già anticipato dai singoli Le mie cose e Hope is a trap, è un nuovo e definitivo capitolo per il refrattario ed eclettico chitarrista classe 1977, oggi di stanza a Berlino. Maresca ha fatto dell’estetica del rumore e la poetica dell’errore due componenti fondamentali della sua musica, dando vita a varie esperienze sonore internazionali tra cui quella dei Neo e degli Andymusic.
Manlio Maresca traccia per traccia
Si rimbalza in maniera scomposta e quasi selvaggia ne Le mie cose, traccia d’apertura che si dirama in mille questioni differenti.
Voci e suoni frenati si articolano in A volte confondo le chitarre con le pistole, che accenna a movimenti melodici prima di prendere strade decisamente più sperimentali e rumoristiche.
Suoni un po’ più argentini quelli che aprono Ode a Nino Rota, un omaggio al grande compositore che però non prende caratteristiche di soundtrack, operando invece sui contrasti tra un drumming “rotolante” e scale di suoni acuti.
C’è Francesca Palamidessi in Hope is a Trap, che prende strade più vicine alla forma canzone, grazie a un cantato abbastanza contundente e a strutture che si ripetono, in una specie di riff acido e insistito.
Ma non è che allora si sia virato sul pop: Shitstorm ante litteram, divisa in due parti, conferma il carattere di avanguardia ed esplorazione, con vagiti ambient e albe drone music, all’interno di un movimento unico che cresce un po’ per volta.
Breve invece Quei sabati, che procede su ritmi veloci e molto percussivi. Atmosfere più tranquille e delicate in Scusate se vi ho svegliato, intermezzo notturno ovattato.
Si procede verso il finale con quattro pezzi ulteriormente destrutturati: The Way You Look è molto muscolare ma ha anche vagiti eterei. Campane e frizioni per Vacanze al Verano, non proprio il luogo di villeggiatura classico, diciamo.
Roma come non l’avete mai sentita invece delira di rumori che si scontrano e si susseguono, a ritmi non uniformi. Chiude Conati di Gioia, ultima escursione rumoristica in campo aperto.
Le sperimentazioni di Manlio Maresca investono uno spettro sonoro ampio e risentono di una libertà pressoché assoluta: lo spazio per la creatività è infinito e ottiene risultati molto interessanti.