The Blue Vault è il nuovo disco dei Mantram: undici brani che testimoniano del sound metal, con svariate declinazioni, della band. L’album vede l’apporto artistico in fase di registrazione e di mixaggio (quest’ultimo realizzato allo Studio 73 Recording di Ravenna) di Federico Tacchia (Uscita17, Biorn, Frizzi2Fulci) e Riccardo Pasini, oltre alla collaborazione tecnica dei fratelli Claudio e Flavio Zampa.
La band, composta da Daniele Russo, Giovanni Lipford, Laura Colarieti e Marco De Censi
descrive così il disco: “THE BLUE VAULT è un disco molto intimo. Deriva infatti da un periodo molto particolare delle nostre vite dove la necessità di esprimersi era elevata. Ogni canzone ha un filo conduttore, e, come in un concept, vi è una storia introspettiva, tanto comune quanto accattivante. Attraverso questo album abbiamo cercato di esprimere la lotta costante tra razionalità e voglia di evadere che ognuno di noi affronta quotidianamente; più di tutto ci ha sempre affascinato, e reputavamo degno di nota, descrivere quel desiderio di andare oltre i binari che a volte la vita ci costringe a percorrere. Crediamo che la nostra sia una generazione molto instabile in cui molte delle sensazioni che sono all’ordine del giorno, come qualsiasi tipo di sicurezza, ci seduce e ci spaventa allo stesso tempo. Ogni brano è nato spontaneamente, senza forzature, senza costruzioni preventive, quasi volesse essere scoperto. In fase di arrangiamento siamo stati un fiume in piena, stimolati dal nostro forte coinvolgimento emotivo verso questa nuova direzione musicale. Per questo siamo convinti che THE BLUE VAULT rappresenti al massimo l’essenza di noi quattro.”
Mantram traccia per traccia
Si parte da una veloce e robusta All I Want, apripista ideale per un disco ricco di energia. Ritmi leggermente più allentati e cori molto anni ’80 per Free End. Anche Solitude 2.0 ha la partenza da ballad, ma l’elettricità prende presto il sopravvento. Invece All the Time si disegna come ballata “vera”, vecchio stampo e acustica, anche se la coda riserva spazio all’elettricità.
Si prosegue con Crossroads, prima che lo strumentale What I’ve Got si metta a sconvolgere le carte con i ritmi. Ombre di post grunge si affacciano in This is not the time, che però nel finale torna a modalità metalliche. Molto drumming nella spina dorsale di The same, esplosiva e consistente. Electrical si muove su binari simili, ma qui sono le chitarre a ergersi a protagoniste.
Ancora accelerazioni all’interno di un pezzo fluido come Try Again, prima che la title track The Blue Vault si porti via tutto in un alone di tristezza, rivestendo la struttura melodica del pezzo con suoni ancora una volta roboanti.
Posto che anche i Mantram, come numerose band metal contemporanee, godono di una definizione “alternative” degna di miglior causa, la band pubblica un disco omogeneo e consapevole del proprio pubblico potenziale.
Album emozionante. Spero superino lo stallo della loro dimensione live dovuto all’addio di Russo e Cidensi.