Di Martina Ortis

Un giovane cantautore modenese arriva sulle scene della musica indipendente. Si chiama Mattia, classe 1987 e la sua musica nasce dalla fusione di due anime: quella razionale nata grazie ai genitori avvocati e quella passionale emotiva che arriva dai suoi nonni, artisti di fama internazionale (Mirella Freni, cantante d’opera e Leone Magiera, musicista e maestro di talenti modenesi come Pavarotti).

Il focus del primo album, Labirinti umani, sono le relazioni umane osservate da più punti di vista: questo il filo rosso che lega le nove canzoni presenti nel disco. Le parole di Mattia sono accompagnate da un sound versatile che presenta influenze dance ed elettroniche. L’album è totalmente scritto e prodotto da Mattia.

Mattia traccia per traccia

Il disco si apre con la canzone Labirinti umani, title track del cd, un testo d’amore accompagnato da suoni elettrici. Mattia racconta di una relazione messa a dura prova, rappresentata usando la metafora del labirinto.

Il viaggio nel fil rouge continua con la ballad Resta come sei, una dedica all’amata, una speranza che lei rimanga se stessa nonostante il tempo che passa. Le parole sono accompagnate da un sound leggero, tipico del pop.

Il sound diventa elettrico arrivando alla traccia Siamo in due o siamo in tre dove compare la descrizione della difficoltà di abbandonarsi completamente all’amore. E’ solo un gioco? Fidarsi completamente di un’altra persona e perdere il controllo della situazione fa paura.

Si arriva poi alla storia di Diana, una ragazza che lotta contro un dolore personale, non prega mai, nasconde un vuoto che non passa mai. Questa storia di uno spirito ribelle è accompagnata da una melodia molto pop rock.

Questo stile musicale accompagna anche la traccia Crolla il tetto che affrontata il tema della nostalgia di un amore ormai spento, ogni emozione della relazione ormai è sparito. Il tetto che crolla è la metafora con cui viene espressa la fine di un legame tra due persone.

All’improvviso si torna alla ballad malinconia con Forse un altro uomo, canzone che affronta la lontananza di due anime arrivata dopo un primo tempo d’amore. Mattia si perde tra i dubbi e le incertezze, tormentato dalla domanda: “Forse un altro uomo c’è?”, ma allo stesso tempo non perde la speranza di un possibile ritorno dell’amata.

Ritorna il passaggio a una sinfonia ritmata e ballabile con la canzone Tieni il resto se lo vuoi dove il tema è l’incertezza dell’amore: la sua lei è ancora lontana, ma la speranza in un ritorno è più forte rispetto alla traccia precedente. 

Il tema del distacco tra due cuori innamorati si trova anche nella traccia Distante: una visione ancora malinconica, lui non sente lontana la sua amata perché i ricordi della storia vivono nel suo cuore. Ma non si sente pronto ad affrontare la distanza.

Il viaggio nella musica di Mattia si conclude con la canzone Nella mischia, una riflessione sulla vita nella società di oggi, tra social e vita reale: esiste una verità? Oppure è nascosta tra maschere, palco, utenti e disconnessioni?

I continui passaggi tra melodie piú calme e tracce piú energiche fanno in modo che il fruitore della musica di Mattia non si perda a dare un’etichetta fissa al suo lavoro musicale.

Labirinti umani è un disco che entra nel cuore dell’ascoltatore direttamente dalla porta principale: la scelta di unire una musica pop rock al tema difficile dell’amore tormentato e distante aiuta ad affrontare gli ostacoli di un percorso di vita con una marcia in più e anche con qualche sorriso nato dalla voglia di proteggere un legame faticosamente costruito.

Genere: cantautore

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