Incontro virtuoso, quello alla base dei Metallic Taste of Blood: a guidare il quartetto il compositore, chitarrista e produttore Italiano Eraldo Bernocchi (leader di Obake, Owls, cofondatore dei Sigillum-S e autore di storiche collaborazioni che spaziano da Bill Laswell a Harold Budd a Nils Petter Molvaer), con il bassista australiano Colin Edwin (storico componente dei Porcupine Tree), qui affiancati dal nuovo batterista Ted Parsons (Swans, Prong, Justin Broadrick, Public Image Ltd, Killing Joke) e in parte dalle tastiere di Roy Powell (membro dei Naked Truth e del trio Norvegese InterStatic).

Il risultato di cotanti curricula è Doctoring the Dead, situazione che sarebbe bene definire soltanto di “musica strumentale”, visto che i generi toccati, sfiorati o affrontati di petto sono almeno una decina.

Metallic Taste of Blood traccia per traccia

Si parte con un lungo e ipnotico abbraccio, quello di Ipsissimus, capace di portare su traiettorie sotterranee il proprio percorso.

A seguire Pashupati, meno oscura ma non meno rabbiosa, anzi capace di esplicitare, attraverso la chitarra, le proprie dosi di ira. Buono anche il contributo di una batteria capace di lavorare sia all’aperto sia in sordina.

Synthetic Tongue si rivela un po’ meno tempestosa, ma non certo tranquilla, con una prima parte magmatica e una seconda più esplosiva. A seguire Doctoring the Dead, la title track, che si immerge di nuovo pressoché assolute, da cui si esce seguendo sonorità elettroniche apparentemente senza una direzione.

Blind Voyeur si concede qualche attimo di moderazione, ma il basso lavora in modo intenso. A metà brano è necessario attraversare una sorta di palude elettrica, al termine della quale si approda a un finale a più alta intensità. Anche Day of the Bones parte piano per poi inserirsi in un filone cupo, con la rabbia trattenuta che si sfoga nel finale.

C’è una pausa iniziale, al principio di Murder Burger, che sembra voler scegliere la via della pace: è un’illusione, la propensione al noise torna fuori immediatamente, salvo poi inabissarsi di nuovo a metà brano per seguire le discese paranoiche della chitarra.

Traccia di chiusura The Death of Pan, la morte di Pan, tema più volte trattato da filosofi, artisti, musicisti: qui il viaggio è per lo più elettrico, ora allo scoperto ora sotterraneo, con una certa varietà di stanze e di sensazioni attraversate.

Un disco significativo, quello dei Metallic Taste of Blood, sia per l’incontro dei talenti che porta con sé, sia perché il risultato è importante. La forza creativa del gruppo si sprigiona sia in termini di potenza effettiva, sia di inventiva, in un disco non facile ma ricco di sfaccettature.

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