Michele Merlo è un volto noto al pubblico per essere entrato nel cast di Amici di Maria De Filippi, ma il suo percorso ha preso una direzione ben definita e precisa. Con oltre 500mila riproduzioni di Tutto per me su Spotify è entrato nella classifica Viral di diritto, lasciando alle spalle nomi ben noti della musica italiana. I nostri 5 minuti con di oggi li trascorriamo in sua compagnia, parlando di sentimenti, di soldout e di scenari mucciniani.

I tuoi primi singoli sono Tutto per me e Non mi manchi più: due canzoni d’amore che raccontano le diverse fasi di una storia, dai primi passi fino all’addio. Due facce della stessa medaglia, insomma? 

michele merlo, cinqueminuticonNon direi con certezza che questa sia una medaglia, in ogni caso una storia vera. Le cose che scrivo sono del tutto personali e riflessive, seppur usano un linguaggio molto semplice… Quindi vere per forza. I primi tre pezzi li ho dedicati e scritti pensando alla mia ex ragazza. Non si è fatta viva nemmeno su Whatsapp con uno smile, quindi ora basta.

Curiosando tra i tuoi gruppi di riferimento ho trovato Arctic Monkeys, Kings of Leon e The 1975. C’è qualche artista italiano che ha contribuito a formare la tua personalità artistica? 

Sono sempre stato in fissa con il brit-pop. Non la so descrivere la sensazione, ma quei singalong, le chitarre sporche e quell’atteggiamento da leader mi hanno sempre affascinato. Andavo ai concerti degli Oasis da solo sperando di incrociare lo sguardo di un Gallagher (non è successo mai!)

Da piccolo invece ascoltavo quello che ascoltavano i miei: Battisti, Venditti… Nel 2002 usciva Musica di Tricarico. È stata la colonna sonora della mia adolescenza. “Sono molto legato a quel periodo liceale, quello delle prime birrette, motorini e limoni al parchetto.. quello scenario in parte mucciniano insomma” (cit.).

Hai avuto modo di farti conoscere dal grande pubblico aprendo tre concerti di Emma proprio in questi giorni. Cosa ci racconti di questa esperienza?

L’esperienza di palco è stata sicuramente significativa. Ho “toccato” con mano d’altri la parola ormai “fashion” SOLDOUT. Vedere un palazzetto pieno mi dà una spinta emotiva indescrivibile e mi chiedo se, magari un giorno, ci riuscirò anche io. Emma è uno di quegli ultimi esemplari di belle persone, le voglio molto bene.

“Se c’era una strada l’ho fatta contromano” è una frase di Mare, il tuo ultimo singolo. Uno stile di vita? Sei una persona che non ama uniformarsi alla media?

Sono molto schivo, lontano dal gossip. Non mi piace parlare di me, non sono capace e mi viene quell’ansia di quando ti accorgi che stai respirando. Vivo sotto una croce di malinconia, angoscia e ansia che però si mischia bene con una sorta di sentimento “preso abbenissimo” di esaltazione della vita. Quindi da una parte l’amore che mi manca, quello vero e crudo dei ti amo sputati in faccia a 18 anni, dall’altro l’esaltazione del sentimento stesso in una sorta di sindrome di Stendhal, fatta però di canzoni, birrette e tramonti al mare.

La playlist è un appuntamento immancabile: ci regali qualche brano particolarmente significativo e magari non troppo conosciuto, come piace a noi? 

La musica che ascolto è sempre molto diversa da ciò che poi mi metto a suonare al pianoforte, il contrasto mi aiuta con il focus. Ultimamente sono veramente in fissa con:

Andrew Combs – Too stoned to cry

A.A. Bondy – I can see the pines are dancing

E raga, se esiste un dio è donna, e il suo nome è Ariana grande – Thank you next.

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