MinimAnimalist, “Wok”: la recensione

I MinimAnimalist sono un duo rock-stoner composto da Davide Bianco e Fabio Cazzetta, rispettivamente chitarra e batteria. Si sono conosciuti allo YeahJaSi Pop Fest quando suonarono nella band con Manuel Agnelli. Sempre allo YEAHJASI hanno suonato nella band con Pierpaolo Capovilla e Giorgio Canali: li partì il progetto MinimAnimalist, con un dualismo di base.
W.O.K., il loro secondo album è la sintesi del dualismo tipico della band basato sullo stoner, sulla psichedelia da un lato e dall’altro dal rock puro e dalle sue sonorità più elementari.
MinimAnimalist traccia per traccia
Si parte forte sin dai primi battiti del disco, con le evoluzioni robuste di Wok, la title track, strumentale e spezzata in due. Il cantato arriva ed è tagliente in Ing. Giannino, con un dialogo curioso sviluppato su un background sonoro potente e molto ruvido.
Maglione gira su istinti blues-rock-garage, mantenendo il livello di acidità molto alto. Ci sono idee di hard rock esplosivo ne Il mercato delle decisioni, che del suddetto dualismo fa una ragione d’essenza.
C’è molta potenza in Hai già vinto, comunque piuttosto razionata e distribuita lungo il percorso. Efelante (non è un errore di stampa) torna allo strumentale per proporre un fronte che sulle prime è compatto e poi si scioglie in rivoli diversi.
Povero Me torna al cantato e a ritmo e modi molto veementi. Si torna a idee strumentali molto ribollenti con Giuda, seguita da Mi buttavo, che ha una partenza molto “piena”, ma che poi rallenta e costruisce un’atmosfera suggestiva e psichedelica.
Nessun istinto psichedelico invece in Disturbo tripolare, che va diretta al punto e una volta arrivata lo martella con forza. Suggestioni diffuse e atmosfere morbide ma inquiete nella conclusiva Come si può, che esplode nella seconda parte.
Disco forte e concreto dei MinimAnimalist che oltre a esibire i muscoli (molto spesso) riesce a fornire all’ascoltatore un percorso fluido che si snoda lungo brani molto sostanziosi.