Suona! Vol. 1 (Sona Music Records; distribuito da ADA Music Italy), è il nuovo album di Motta, fuori in digitale oggi 11 ottobre. Un progetto che prevede una rilettura di alcuni dei suoi classici, in chiave nuova e quasi stravolta, in sintonia con la nuova etichetta lanciata dal musicista toscano.

Il disco è infatti la prima uscita di Sona Music Records, la nuova etichetta discografica di Motta, che si occuperà di curare alcuni particolari progetti, che seguiranno parallelamente la carriera dell’artista. 

La particolarità dell’esperimento artistico di Motta (nato e prodotto insieme a Cesare Petulicchio e Giorgio Maria Condemi) è quella di riportare la musica live in uno studio di registrazione e non il contrario: dare vita a un album che suona come se fossimo a un live.

Il nome è un chiaro riferimento a quando ho iniziato a suonare: ho avuto la fortuna di crescere in una provincia piena di musicisti che non solo mi hanno aiutato a migliorare, ma anche a cercare di non parlare troppo durante i concerti fra un brano e un altro, visto che una parola in più poteva essere zittita da un urlo unanime, appunto… “SONA”. Mi prenderò la completa libertà di scegliere come e quando fare uscire degli album per SONA RECORDS

Motta traccia per traccia

Il disco si apre con l’inedita Suona, malinconica e in crescendo con cori che accompagnano un umore progressivamente sempre più arrabbiato.

Tocca poi a Roma Stasera, che in origine è uno dei pezzi più ruvidi e più stranianti della discografia di Motta: qui la rilettura che se ne fa è sintetica, elettronica, sincopata, con un sentore notturno da club pieno di echi.

Più tranquilla e melodica, quasi sognante Cambio la faccia, brano appartenente al repertorio dei Criminal Jokers. Il cantato, che nel brano originale era piuttosto acido, qui è tranquillo, quasi pacificato.

C’è Teho Teardo a interagire su Ed è quasi come essere felice, anche questa resa più gentile e malinconica, ma anche più approfondita nelle sensazioni. Gli archi si alzano piano ad arricchire il brano, che diventa quasi una suite sinfonica, mentre il canto di Motta è straniante, parlando di una felicità ma mostrando tutt’altre emozioni. E ancora, nonostante tutto, “continuano a muoversi male“.

Si inseguono Anime perse con il pianoforte: anche qui c’è un climax, narrativo e sonoro, che tiene alta la tensione fino alla fine del brano. “E non avere paura“: l’anima di E poi finisco per amarti non è persa, anche se è mescolata attraverso battiti molteplici e stratificati.

Se continuiamo a correre, altro pezzo dai molti stridori nell’origine, qui trova le proprie armonie interne e disegna un arco narrativo particolarmente lungo, percorso dai misteri e da sensazioni di frontiera, in direzione psichedelica. Anche la chiusura è riservata a un brano dei Criminal Jokers, Bestie, soffice ma drammatica, con la sua coda ballata e quasi fischiettata a dispetto delle malinconie.

La rilettura dei brani di Motta è compiuta in modo sapiente, la scelta dei brani azzeccata e mostra tutta la maturazione del cantautore che sta affrontando le proprie trasformazioni con coerenza e cercando di capire sempre di più, di sé e di ciò che fa. Certo qui e là si perde qualche energia e anche qualche asprezza dei “vent’anni”, ma è semplicemente crescita naturale.

Genere musicale: alternative, cantautore

Se ti piace Motta ascolta anche: The Zen Circus

Pagina Instagram Motta

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