Mr Everett: tutti i suoni del nostro Multiverso

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mr everettQuattro ragazzi di Bologna che fanno elettropop con qualche incursione nell’EDM: in estrema sintesi, il progetto Mr Everett gira su questi concetti. Uman è ufficialmente il primo ep dei quattro,  in uscita il 24 novembre per l’etichetta Collettivo HMCF. L’ep conta su cinque brani, che però raccontano una storia piuttosto fantascientifica e articolata. Abbiamo rivolto qualche domanda ai Mr Everett.

Nel progetto Everett ci sono tanti dualismi: sembrano essere una vostra costante: Cyborg e animali, uomo e macchina, nature opposte. Anche la vostra musica ha diverse “anime”, ispirandosi a diversi generi? Quali?

Sicuramente ci piace assimilare elementi da fonti il più possibile lontane dall’elettronica in senso stretto. La Garage e la 2step inglese sono il punto di partenza, le contaminazioni tropical toccano la Cumbia e il Kuduro, filrtando vagamente con la trap e l’hip hop, che sono comunque le nostre guilty pleasures del momento. Partiamo quasi sempre da samples insospettabili, andando a ripescare melodie di gruppi prog italiani o musicisti giapponesi sconosciuti.

Come nasce l’ambiziosa idea di Everett?

Mr Everett nasce da anni di “incubazione” e sperimentazione. L’incontro delle quattro personalità che si occupano del nucleo musicale del progetto è avvenuto nel 2015. Diverse cose hanno combaciato: l’amore per la musica elettronica, in primis; l’interesse verso le teoria dei Multiversi presente in Dylan Dog e Rick & Morty (tra i tanti); il ruolo della voce e del rapporto tra uomo e macchina, ma anche e soprattutto la voglia di andare oltre la musica e raccontare una storia.

La storia che ruota intorno alla figura di Everett è avvincente, quasi “cinematografica”. C’è il rischio che questa componente narrativa prima o poi diventi un peso, portandovi a scelte obbligate per quel che riguarda i progetti futuri?

mr everettIl concept Mr Everett, come dicevo prima, ruota attorno alla teoria-non teoria dei Multiversi: tutto ciò che avviene esiste anche in una dimensione parallela (esatto, come nell’Upside Down di Stranger Things) e generi, quindi, diverse possibilità. In questo senso Rupert, Mr Owl, Mr Bear e Mr Fox possono diventare, o sono già, altro. Piuttosto che essere un limite sentiamo che la componente narrativa sia il punto di forza di Mr Everett: è un progetto che ha tanto da raccontare, con sviluppi sempre imprevedibili.

Cosa dobbiamo aspettarci dai vostri live? Come porterete sul palco il vostro ep “Uman”?

Il progetto, pur fondato su basi teoriche più o meno serie e/o irriverenti – dipende da come lo si vuole guardare – è nato proprio per essere un’esperienza live. È uno spettacolo performativo che non pone necessariamente al centro la musica: il rapporto con il visual, il rapporto con il pubblico e la componente performativa sono sullo stesso livello della ricerca musicale. Rupert comunica con il pubblico e con Mr Owl; racconta e inscena la sua storia. Mr Everett prende letteralmente per mano gli spettatori, permettendogli di entrare nel suo mondo parallelo per un po’.

“Uman” è il primo dei due capitoli che andranno a comporre l’album “Umanimal”: cosa ci dobbiamo aspettare dalla seconda parte?

Il secondo EP racconterà l’aspetto più selvaggio di Mr Everett, la componente animalesca e istintiva: da qui il nome, Animal. Ovviamente non vogliamo fare anticipazioni particolari né svelare nulla prematuramente, ma sicuramente avrà uno stile diverso rispetto a Uman, direi quasi complementare.

 

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