Si chiama Come un gregge il nuovo ep di Orizzonte delle genti, pseudonimo di Massimiliano Piantini. Piantini è un cantautore toscano che passa con grande facilità da chiare citazioni di Guccini, De Andrè, Lolli, a movimenti musicali tra loro diversi (dalla ballata folk al waltzer all’indie rock acustico di 9 Dicembre).
E poi snocciola parole per parlarci di alienazione, dell’inquietudine che ci attanaglia in questo mondo “iperconnesso” e veloce. E ancora cita Elio Vittorini e il suo “Uomini e no” (in Ballata per emmedue) e chiude questo album denso di parole, suggestioni con una ballata / waltzer d’altri tempi, tra il serio e faceto, in cui fa capolino una parola come proletariato.
Orizzonte delle genti traccia per traccia
Si parte proprio da 9 dicembre, ballata elettrica e piuttosto sofferta che apre il discorso di un ep appassionato.
Un po’ sottovoce la title track Come un gregge, intessuta intorno a idee cantautorali classiche ma con un movimento di basso inquieto.
Qualche eco di anni Sessanta affiora in Assolata noia, tranquilla sui primi passi e poi un po’ accelerata.
Pianoforte e qualche oscillazione psichedelica si materializzano in 2 giugno 2004, piuttosto determinata e severa, evidentemente antimilitarista e antinazionalista.
Si abbassano un po’ i toni con l’acustica Ballata per Ennedue. Presto ci si accorge che l’argomento di cui si canta, fra qualche cambio di ritmo, è la seconda guerra mondiale con i suoi orrori.
Si chiude con la giocosa Valzer dei Precari, evidente omaggio ai modi e ai tempi di Gaber.
Un lavoro curioso e piuttosto libero, quello di Piantini/Orizzonte delle genti: evidentemente scevro di attenzione per le tendenze, il cantautore scrive un po’ come si faceva una volta. Il risultato è un ep interessante e ben fatto.