È inutile parlare d’amore è il nuovo album di inediti di Paolo Benvegnù, con due speciali collaborazioni con Brunori Sas nel brano L’oceano e Neri Marcorè in 27/12.
Anticipato dal singolo Canzoni brutte, il disco segue la pubblicazione dell’ep Solo fiori, che è valso a Benvegnù un grande plauso da parte della critica e la presenza nella cinquina di finalisti delle Targhe Tenco 2023 nella categoria “Migliore canzone singola”. Il nuovo album, spiega Benvegnù:
E’ un vero e proprio romanzo di formazione, la sceneggiatura di un film che nessuno girerà e di cui nessuno sentiva il bisogno. Ogni atto di costruzione gratuito, del resto, in un mondo intriso di pragmatismo e di volontà di posizione, è un atto inutile. Tutto ciò che non è visto è inutile
E c’è, chiaramente e dichiaratamente, una connessione, un fil-rouge, tra Solo fiori ed È inutile parlare d’amore: nel pragmatismo post-moderno che viviamo, l’amore è inutile come guardare e donare fiori. Siamo schiacciati da altro. Aquiloni fermi a terra. Motori immobili. L’unica libertà, presente e futura, sta nell’inutilità. Dell’amare. Dell’essere. Più inutili si è, più si è liberi.
Paolo Benvegnù traccia per traccia
“Hai venduto il talento per sentirti importante“: si apre sul filo della disillusione l’album, con una traccia già piuttosto significativa come Tecnica e simbolica. Citazioni di Battiato e parecchia amarezza filtra da un brano che mantiene alta la tensione sonora, con immagini crude e archi nel finale.
Ecco poi che si esce ad ascoltare L’oceano, collaborazione nobile con Brunori Sas: un brano che mette accanto due delle voci più significative del cantautorato contemporaneo, in modo fluido e naturale, con esiti sorprendentemente pop.
A proposito di brani “cantautorali”, l’apice in questo campo si raggiunge con una molto melodiosa Pescatori di perle, con gli archi che accompagnano un movimento che si fa sempre più ampio.
Un po’ più appuntita, ecco Marlene Dietrich, che pure conserva molta dolcezza, condita da insistenze verbali. Si prendono le distanze dal mondo, anche per mezzo del pianoforte, ne Il nostro amore indifferente: un’espressione di vita forte, con un testo molto intenso, orchestrata per mezzo di una canzone molto morbida.
La voce (sorprendente) di Neri Marcorè duetta con grande proprietà su 27/12: si parla di ponti e di frecce invisibili, per fare riferimento a distanze che però possono essere colmate, per credere ancora all’impossibile.
Sceglie un titolo e un ritornello in inglese Benvegnù per Our Love Song, che non per coincidenza è anche il brano che dal punto di visto sonoro è la più internazionale del disco: voci filtrate e un andamento molto contundente per un brano forse più aspro che acido.
Già lanciata come singolo e quindi già nota, ecco poi Canzoni brutte, una polemica (forse un po’ fuori tempo) rispetto ai successi radiofonici, che però palesemente sono frutto di un mestiere diverso rispetto a quello che Paolo ha scelto per sé.
La chitarra elettrica traccia linee sinuose per sottolineare i passaggi più significativi di In der nicht sein (la cui traduzione, secondo Translate, è “non esserci”, “non essere in ciò”, su per giù). L’amore brucia e gli astronauti sono perduti, mente ci si muove fra le assenze della vita.
Libero concentra moltissime dolcezze, utilizza ancora gli archi e accentua le linee del basso per esplorare mondi sognanti e un po’ fiabeschi. L’origine del mondo apre con promesse di infliggere dolori, ma soltanto per ottenere l’amore, nel brano più apertamente doloroso del disco.
Ultimo flirt con gli archi, ecco Alla disobbedienza, lungo inno molto articolato dal punto di vista sonoro, con tentazioni progressive e molte libertà sperimentali, con una seconda parte del brano strumentale, sostanzialmente slegata dalla prima benché facente parte della stessa traccia.
Forse non è proprio inutile parlare d’amore, e sicuramente Paolo Benvegnù non pensa che lo sia. Tanto è vero che i sentimenti fanno capolino in quasi tutte le canzoni, come è giusto che sia. Il cantautore raccoglie nei dodici brani del disco la sua sapienza compositiva, aggiungendo un tassello ulteriore a una carriera già magnifica.
Paolo Benvegnù – È inutile parlare d’amore– live 2024
Il nuovo lavoro discografico del cantautore sarà presentato dal vivo, insieme ai brani che hanno segnato la sua trentennale carriera, nel tour È inutile parlare d’amore– live 2024. Queste le prime date annunciate del tour organizzato da Magellano Concerti e prodotto da Officine della Cultura e Whodo:
Sabato 20 gennaio 2024 – Glue – FIRENZE
Giovedì 8 febbraio 2024 – Hiroshima Mon Amour – TORINO
Venerdì 9 febbraio 2024 – Latteria Molloy – BRESCIA
Giovedì 22 febbraio – Monk – ROMA
Venerdì 23 febbraio – Arci Kalinka Dude – SOLIERA (MO)
Genere musicale: cantautore
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