Abbiamo intervistato Francesco Praino, che a fine 2021 ha pubblicato il suo nuovo ep Mostri, civette.
Ciao Francesco e ben trovato. Abbiamo seguito il tuo percorso singolo per singolo: ci racconti perché questo ep e perché ora?
Ciao e grazie per le domande, perché? Semplicemente c’era un’esigenza di esplorare alcune sonorità che mi avevano formato da ragazzino, di dire del vero e di farlo in maniera vera e senza artefici. Perché ora? Perché dopo due anni e mezzo non riuscivo a tenerlo dentro.
Il suono dell’ep è piuttosto ruvido. Scelta sonora dovuta ai gusti personali oppure eri anche un po’ arrabbiato di tuo?
Sicuramente entrambe le cose, i suoni per me sono molto importanti, ma dal punto di vista dell’essere coerente con se stessi, di provare a raccontarsi anche da quel punto di vista. Sono arrabbiato da bambino, cosa che devo provare a limare, ci sto lavorando ma è difficile.
Quali sono i tuoi mostri personali?
Tantissime insicurezze e paure, più di tutte le altre, la paura di non avere un posto in una società cosi, di non essere tagliato per far niente di tutto quello che mi si chiede di fare. Il concetto di foresta va in questa direzione, lo vedo come elemento salvifico, di pace
“finale”
Qual è stata la canzone più difficile da scrivere dell’ep?
Direi Crisi, per poter avere contezza del significato di crisi, ho dovuto scavare molto dentro di me.
Sei attualmente in tour: come sta andando? Hai qualche aneddoto da raccontare?
Assolutamente quello che accade in tour rimane in tour!