Uscito l’ultimo giorno del 2015, conta cinque canzoni il nuovo omonimo ep dei CRVDA (va detto per inciso: prima finisce questa moda di scrivere la “u” alla latina, cioè come “v”, meglio è). La band di Alessandro e Paolo Lelli e di Filippo Amatucci, che con questo ep fa registrare il proprio esordio, non aggiunge su di sé moltissime notizie, ma mette in mostra nel proprio lavoro una passione spiccatamente rock, che accoglie influenze sia dal grunge e post grunge, sia dal rock tradizionalmente inteso, sia dall’indie.
CRVDA traccia per traccia
L’influenza del grunge, e dei Nirvana in particolare, è piuttosto trasparente fin dalla prima traccia dell’ep, Rust; tuttavia, benché presenti, i riferimenti alla band di All Apologies (la citazione non è casuale) non prendono tutto lo spazio e lasciano modo alla personalità dei Cruda di affermarsi.
Più diretta Brown and Red, che si colloca in un filone rock con attinenze indie e con il drumming in buona evidenza. Toni molto più intimi in Blue Silver, soprattutto nell’incipit acustico. Ma anche il resto del brano, leggermente più rumoroso, insegue sensazioni dotate di una certa oscurità e intensita.
Si prosegue nella teoria dei colori con Orange Gold, che torna sotto l’egida di Seattle, con un passo lento e ragionato ed esplosioni improvvise ma controllate. E con un colpo di frusta parte Dark Green, pezzo ritmato con qualche influenza western.
Pur con qualche limatura da effettuare qui e là, l’ep dei CRVDA porta in evidenza una buona attitudine complessiva e anche lo sforzo di variare il panorama canzone dopo canzone.
