Con numerosi e consistenti rimandi all’universo di “Star Wars”, tornato di discreta attualità negli ultimi tempi, ecco “Ep.I” de L’Era del Bantha (non sfuggirà il gioco di parole nel titolo, che si può leggere come “primo Ep” ma anche come “episodio I”, proprio come nella saga stellare).

Il trio, proveniente dalla brumosa Brugherio, si lascia trascinare nelle atmosfere cosmiche dalla propria propensione post Rock e dalle vocazioni strumentali.

L’era del Bantha traccia per traccia
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Si parte con Walk of the Bantha (va detto che il Bantha è una grande bestia da soma che… Ma anche chi se ne importa). Il movimento della band in questo pezzo introduttivo è piuttosto fluido, gli stilemi del post rock sono tutti presenti, con un solido ancoraggio a terra dovuto a robuste dosi di batteria, ma anche qualche idea psichedelica qui e là.

Più aggressiva ma anche più variegata Jawa Maniac Droids Graveyard, in cui si indovinano influenze math e progressive (lato Yes e King Crimson, quindi con attinenze jazz).

Il finale pacificato del brano precedente porta un contrasto forte con la partenza a tutto sprint di Coruscant crazy pursuit, brano da corsa e d’attacco. Molto agile la linea di basso e molto incalzante il ritmo del pezzo.

E finalmente, ecco la rivelazione: Yoda eats tofu (il che ne spiega anche il colorito)  il pezzo più tranquillo del disco, ma con nuove propensioni psichedeliche che piano piano prendono forma durante il percorso del brano.

Geonosis foundries anxiety cambia pianeta e ritmi, assumendo di nuovo un atteggiamento aggressivo e inquieto. Si chiude, inevitabilmente, con Darkside of the Force, stranamente meno inquietante di altri brani del disco, ma con sacche di resistenza e di aggressione nascoste qui e là nella traiettoria.

Menzione d’onore per la postilla nei ringraziamenti, in cui sono citati “George Lucas, Yoda e Chewbecca, fonte d’ispirazione indispensabile per questo progetto nonché splendide persone anche nel privato”. Che poi lo sanno tutti che conoscere George Lucas nel privato è impossibile.

Buono e sostanzioso il menù proposto da L’era del Bantha, capace di giocare con le suggestioni di “Guerre Stellari” senza farsi ottenebrare dalla missione: chi si aspetta la colonna sonora di un film di fantascienza, rimarrà deluso. Ma chi gradisce un post rock molto solido e ricco di buone sensazioni, gradirà l’ep.

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