Avevamo lasciato Nrec, cioè Enrico Tiberi, alle prese con un ep come Spaghettitronica (qui la recensione di TraKs), che mescolava sensazioni di tipo differente: lo ritroviamo poco tempo dopo con un lavoro molto compatto e coerente, Signals.

Tiberi accoglie al suo fianco Daniele Strappato (Design), che presta voce e scrittura ai brani. Inoltre alle canzoni del disco partecipano anche Clod degli Iori’s Eyes e uno quella di Anacleto Vitolo (Av-k, K.Lone, Manyfeetunder). Altra collaborazioni è quella di Fabrizio Testa (Tarzan Records, Musica Cruda, Il Lungo Addio) nei panni di coproduttore.

Ad accompagnare l’ascoltatore nel concept, le splendide tavole in acrilico dell’artista marchigiano Marco Amato, autore del videoclip di prossima uscita del brano “Sgorbi” (dall’EP “Spaghettitronica”).

Nrec traccia per traccia

La traccia di apertura è Dust, morbida ma disturbata sullo sfondo, con un feeling soul regalato dalla voce di Tiberi, e un percorso complessivo che può ricordare l’elettronica degli anni Novanta. Eyedressed, la voce del tutto peculiare di Clod degli Iori’s Eyes, prosegue su binari paralleli, ma si permette di seguire vie e viottoli più articolati.

Molto più aggressivo l’atteggiamento di Videodrome, presente anche nell’ep Spaghettitronica in versione differente, qui introdotta da voce femminile ma poi portato avanti da quella di Strappato, creando un disegno dai colori più forti che nel resto dell’album. Si torna ai sussurri con Still, in combutta con Anacleto Vitolo, altra passeggiata nei territori dell’elettronica morbida e avvolgente.

Con I don’t know where I’m in, la voce di Strappato porta in territori electronic wave/dark wave, e anche in circostanze non lontanissime da quelle di certi Depeche Mode nella seconda parte della loro carriera. Fino in fondo invece consegna a un’apertura industrial, che lascia presto spazio a un battito netto e a voci distorte, che nonostante il cantato in italiano non rappresentano una cesura con il resto dell’album.

It’s mine, con Kendra Black, si dirige verso una direzione elettropop che sta tra gli Ottanta di certa dance e certo synth pop e i Novanta del drum’n’bass. Emina-Utica torna all’italiano con la voce di Strappato, distorta, filtrata e allontanata, per lasciare spazio a dosi di elettronica soft ma molto presente.

Tocca poi a Dig Deeper, che all’epoca dell’uscita di Spaghettitronica TraKs aveva presentato in anteprima esclusiva: ma qui il discorso è del tutto diverso, perché il brano è stravolto, sia per la bravura di Clod che la interpreta, sia per la struttura, trasformata in un tracciato essenziale pianoforte-voce (che può far pensare alle due versioni, per fare un paragone, di My Ever Changing Mood degli Style Council, circa un millennio fa).

Si chiude ancora su toni molto morbidi: la title track Signals chiude il cerchio aperto da Dust all’inizio, muovendosi su toni moderati e all’interno di un’oscurità non minacciosa, anzi accogliente.

Signals suona in tutto e per tutto come un disco maturo e significativo: del tutto incurante delle differenze tra generi (elettronica, pop, talvolta rock, noise, industrial e chi più ne ha più ne metta) Tiberi, con i suoi numerosi collaboratori, riesce a garantire un livello di qualità molto alto nell’arco di un’operazione di sapore internazionale.

Nrec in streaming
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Se ti piace Nrec assaggia anche: Alessandro Orlando Graziano, Onironautica

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