Passi degli anni a convincerti che gli anni 80 siano finiti, e invece no: i Mad Hornet sono qui per ricordarci che Van Halen, Iron Maiden, Bon Jovi, chiome al vento, urletti metal e compagnia cantante non sono passati invano. La band pugliese si forma nel 2007, si scioglie un paio d’anni dopo ma poi si riforma.
Would you like something fresh, il nuovo album, si fa beffe di grunge, post grunge, punk, stoner, hardcore eccetera e suona terribilmente vintage, con tutti i pro e i contro del caso.
Mad Hornet traccia per traccia
Dopo un’introduzione rapida dedicata al più significativo intellettuale italiano, Christian De Sica, con Would you like something fresh?, i Mad Hornet ci tengono a farci sapere che si fa sul serio, e con Your Body Talks ci riportano dritti in un mondo fatto di chitarrone potenti, video con ragazze sulla spiaggia e hair metal.
Dyin’ Love si porta sulle piste di una power ballad con intenti chiaramente romantici, corroborati da robuste dosi di riverbero. Toni moderati sulla partenza di Blue Blood, ma il ritmo è crescente e c’è spazio per l’assolo di chitarra (pur con qualche sbavatura) e anche per qualche giro di basso.
Velocità più alte con Free Rock Machine, d’impronta piuttosto chiaramente Van Halen. Si corre parecchio con Game of Death, mentre Raise’n do it modera un po’ i ritmi. Si parte molto moderati e un po’ oscuri in Walking with you (in the Afternoon), che si mette su binari di intensità.
Cambia l’atmosfera con Pink Paint School, che si tuffa a testa bassa in un rock molto più divertente e scanzonato. E giusto per inserire una sorpresa, ecco la cover metal di What is love, antico brano dance di Haddaway. Si chiude con la ballata elettrica di Roses under the Rain.
Si sa che il metal, anche da noi, gode sempre di ottima popolarità, quindi visto in quest’ottica il disco dei Mad Hornet ha perfettamente senso. Due le osservazioni che ci sentiamo di fare: per questo tipo di musica varrebbe la pena di essere impeccabili anche nei dettagli, e invece qui qualche sbavatura sfugge. E poi manca “Jump”, “Run to the Hills”, “The Final Countdown”: insomma il grande anthem. E poi il cerchio sarà chiuso.