Molte le voci nascoste, dimenticate, disperse nel nostro Paese: tra queste quella di Federico Tavan, che ha condotto in Friuli Venezia Giulia un’esistenza dolorosa, costellata dalla perdita e dalla follia, ma anche dalla poesia.

Marco Brosolo, originario del Friuli ma attivo da anni a Berlino, dopo aver dedicato alle poesie di Tavan un ep qualche tempo fa, ha deciso di completare il discorso con Cadremo Feroci, un disco per il quale ha invitato una notevole messe di ospiti della scena italiana e internazionale, scegliendo per lo più dall’avanguardia ma non solo.

Marco Brosolo, con artisti come Robert Lippok (To Rococo Rot), Bernd Jestram (Tarwater), Pierpaolo Capovilla (Il teatro degli orrori), Rudi Moser (Einstürzende Neubauten) e Bobby Solo (!) confeziona un omaggio di alto profilo al poeta, scomparso nel 2013. Il disco è stato pubblicato in tutto il mondo con la distribuzione della storica label inglese Rough Trade.

Marco Brosolo traccia per traccia

La strada si dimostra sghemba fin dalla partenza: Eternità, con “voci e urla” de I Fantasmi, apre il disco con sonorità elettriche ed elettroniche vagamente influenzate dalla new wave ma impossibili da ingabbiare in categorizzazioni rigide.

Molto morbida Pensiero, che si muove sinuosa attraverso moderate sonorità elettroniche, con un caldo intervento parlato di Tony Mochama. La Pleine Voix, cantata da Dominique A si permette qualche libertà ritmica in più, ma corre comunque su un filo sottile e tremolante.

The Monster, con Barbara Morgenstern, si aggira con circospezione su idee ora morbide, ora più robuste, con un drumming intenso e suoni diffusi con leggerezza. Gno Nonu, in dialetto e in inglese, si appoggia con delicatezza su una trama molto esile, cercando di concentrare le sensazioni in pochi interventi minimali.

Con Parabola, remixata da Robert Lippok dei To Rococo Rot, ci si muove su binari simili, ma su sonorità elettroniche più evidenti. Ad aumentare l’effetto di spaesamento, suoni ripetuti e un intervento di spoken words di Kyoko, in giapponese. La parabola in questione è quella biblica dei talenti, vista però sotto il profilo del dubbio.

Wäre ich normal feat. Toni Kater si apre su un binomio chitarra-voce piuttosto classico, ma presto il tutto si arricchisce di suoni che si muovono sullo sfondo, in un climax sostanzioso. C’è Pierpaolo Capovilla ad ancorare Dalle mie parti, che indossa un abito di rock moderato, ma con lapilli sonori e testuali che si muovono in svariate direzioni.

A chiudere il discorso provvede Albero, cantata con proprietà e con una voce molto calda nientemenoché da Bobby Solo, non facilissimo da riconoscere se si ha in mente Una lacrima sul viso, ma sorprendentemente adatto al brano, con un cantato un po’ alla Bryan Ferry.

Tra sorprese e rivelazioni improvvise, poesia di Tavan e musica di Marco Brosolo si fondono in modo fluido ma anche concreto, con l’ausilio di traduzioni e di soluzioni intelligenti. Il risultato è un disco ricco e potente, convincente da tutti i punti di vista.

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