Con un titolo degno della filosofia sufi, The World is Nothing, arriva il disco d’esordio degli Zeit (“tempo”, in tedesco). La band hardcore nasce alla fine del 2014 nella provincia di Venezia da membri di As the sun, 400colpi e Anbruch. Nel Marzo 2014 registrano il loro primo ep Zoe-Bios agli Hate Studio di Vicenza.
Il disco, accolto positivamente da critica e pubblico, li porta a suonare diverse date con band della realtà hardcore italiana e internazionale come The Secret, Slander, Hobos, Discomfort, Fall Of Minerva, Tragedy, Wolfbrigade, Gnarwolves, Trash Talk, Gust, Halshug. The World is Nothing è uscito a inizio novembre.
Zeit traccia per traccia
Si parte abbastanza piano, nel senso che l’incipit di World and Distances sembra voler iniziare un discorso su toni piuttosto dialettici. Ma è un’illusione: l’ondata di rabbia colpisce subito, con urla e chitarre tiratissime. Il menù sonoro è più o meno lo stesso su Weaving, che però ha una linea di chitarra molto più distinta, che si distingue fra le esplosioni del brevissimo e velocissimo brano.
Distances and differences (titolo che può far pensare agli Yes, e non è l’unico dettaglio dell’album) spinge anche di più sull’acceleratore, pur mantenendo una sorta di vena malinconica portata avanti soprattutto dalla chitarra.
Solo 44 secondi per il giro blues che caratterizza Disguised, che lascia spazio a Chasing the Void, potente e lirica, con le stesse zone di chiaroscuro che si trovano negli altri brani del disco ma anche con un drumming che conquista spazi maggiori.
Un’ondata elettrica molto devastante caratterizza Tautologies, che lascia spazio anche a qualche sonorità metal, soprattutto grazie agli incisi di basso. Ma non c’è mai tregua, come dimostra Lack of Parts, ancora più indiavolata delle precedenti e tesa a esaurire le energie nervose rimaste alla band.
No Conception insiste su concetti non troppo lontani dal metal, ma sempre esasperati e tuffati in salsa hardcore molto infiammata. The Walls of World mette di nuovo in evidenza un drumming robustissimo, anche se il brano si spezza in due parti e si calma (si fa per dire) nella seconda parte.
Si chiude con Past Meanings, che non è esattamente una chiusa morbida, anzi sembra accelerare ulteriormente, come una promessa di future distruzioni in arrivo nei prossimi capitoli della carriera della band.
Il disco è furibondo al punto giusto, non mancherà di esaltare gli appassionati del genere e di terrorizzare tutti gli altri. La potenza degli Zeit è distribuita in modo molto elastico e gioca bene sui contrasti. Ottimo risultato per un esordio.