Avevamo incontrato l’ultima volta il musicista d’avanguardia Cristiano Deison alle prese con In the Other House, insieme a Matteo Uggeri (qui la recensione di TraKs). Ora lo ritroviamo insieme a Gianluca Favaron, con cui aveva già collaborato in passato. Nell’estate del 2015 i due hanno deciso di mescolare i propri approcci al suono dando a vita a Nearly Invisible.

Nel disco sono elaborati rumori concreti, field recordings, impulsi digitali e nastri analogici. Una sovrapposizione di droni contaminati e incastrati con rumori manipolati descrive ambienti “quasi invisibili”.

Deison e Favaron traccia per traccia

Dopo l’introduzione piuttosto rapida di Thin Air, che comincia a delineare melodie e paesaggi, ecco Gola Secca, che gioca maggiormente con rumori e vibrazioni, preparando il terreno a nuovi inserimenti successivi.

Per esempio quelli di Inside, prigioniera in una struttura di tubi sonori e suoni metallici, sporcati da piccoli stridii. Metal Tongue prosegue in discorsi metallici ma aggiunge molte scintille e molti contrasti, come se usciti dai tubi si fosse entrati nella fabbrica, tra lamiere che stridono.

Soliloquy mantiene rumori industrial, che spezza l’omogeneità iniziale con piccoli inserimenti insidiosi. E dopo la rapida Scoppio interno, ecco i due livelli di Strain, alta e cosmica nel background, ma strisciante e insinuante nei suoni in primo piano.

Si arriva alle due tracce finali: Pulviscolo tiene fede al proprio titolo, anche se la polvere qui è piuttosto solida e genera reazioni a catena piuttosto incontrollate. Il brano vive di fasi diverse, tenute insieme da fil rouge cangianti.

Si arriva così all’ultima traccia, che è anche la title track Nearly Invisible: si direbbe giunta l’ora del giudizio, visti i forti rintocchi che caratterizzano e impongono un ritmo al brano. Ma è il sottobosco “quasi invisibile” a dare un senso e un’unità concettuale al tutto.

Un disco probabilmente non troppo radicale, considerato il contesto, anzi quasi “pop” (si scherza, ma fino a un certo punto): brani brevi, sonorità che ritornano, schemi facili da individuare. L’incontro fra le sensibilità di Deison e di Favaron propone prospettive davvero interessanti.

Se ti piacciono Deison e Favaron assaggia anche: Deison & Uggeri, “In the Other House”

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