Madrugada è il nuovo album dei Romea: nelle dodici tracce la band rodigina mescola jazz, funk, elettronica, ambient, hip hop combinati in uno stile accurato, maturo, cool. Alle ritmate basi di basso, batteria e pianoforte si aggiungono così campionamenti e gli scratch di DJ LB. Prevalentemente strumentale, il disco presenta tre brani rappati dagli ospiti Dudley Salmon, Raul “Meck” Hernandez (HCP) e ESA aka el Presidente (OTR).
Il collettivo dei Romea è nato nel 2014 dall’idea del dj e produttore Alberto Tessarin – aka DJ LB – che, reduce dai mondiali di scratch a Cracovia (IDA), decide di riunire un gruppo di amici musicisti per dare vita a un progetto che troverà ispirazione nel trip-hop, nell’hip-hop, nel jazz e nell’elettronica.
Ad accompagnare DJ LB ci sono il pianoforte di Paolo Garbin, il basso di Alessio Simoni e la batteria di Antonio Zanellato. Nel 2015 è uscito il primo ep autoprodotto intitolato SS309. Madrugada è stato registrato, mixato e masterizzato presso l’Alpha Dept Studio di Bologna da Andrea Suriani.
Romea traccia per traccia
Acidina il suo, Peyote apre l’album su tematiche jazz, con il sax che impazza e un recitato a offrireun po’ di aplomb.
Più paludati i ritmi della seguente Down, che usa la voce alla stregua di uno strumento aggiuntivo, per plasmare meglio una melodia molto fluida e accogliente.
Ingresso molto morbido in Madrugada, la title track, che però poi si lascia conquistare da un ritmo continuo ed efficace.
Il lato più hip hop della band emerge in pieno con Starting from Scratch, che vede la partecipazione di Dudley e un rappato fitto disteso su un background morbido e semplice.
Unusual Morning è un intermezzo da un minuto che arriva da lontano, prima che parta Heylà, altro excursus in terra hip hop, questa volta più scratchato e più acidello.
Si prosegue con Kishi, accanto a Meck, curioso equivoco geografico che parte da influenze orientali per inserire un rappato ispanico.
L’ambiente torna tranquillo con Caloma, che si fa un giro in un club, ma verso l’ora di chiusura, quando i bicchieri sono vuoti e anche i più festaioli hanno voglia di qualcosa di tranquillo per le proprie orecchie.
El click, con Esa, riparte per mete quasi psichedeliche, con il rap questa volta in italiano, ma senza che la direzione delle sonorità cambi in modo significativo.
Altro intermezzo è Trecentonove, con un po’ d’Arabia nel sangue, per preparare a Goodbye Mr. Wood, un arrivederci molto tetro e cupo, con il pianoforte a recitare in modo spettrale, prima di emergere dall’oscurità anche grazie alla chitarra.
Il disco si chiude con Tetra, che continua dalle istanze del brano precedente aggiungendo vocalità e un senso di percorso.
Fino a qualche tempo si sarebbe detto “fusion”, ma a prescindere dalle definizioni di genere, quello che piace dei Romea è proprio la capacità di fondere, senza sforzo, istanze di provenienza diversa, ottenendo un risultato sempre plastico e levigato.