Sonoristan è il primo disco solista a nome di Riccardo Onori, chitarrista tra i più rinomati della scena italiana che vanta collaborazioni eccellenti in Italia e all’estero, la più conosciuta delle quali è quella che lo vede accompagnare Lorenzo Cherubini dal vivo sin dai primissimi anni 2000.
Il Sonoristan è un paese immaginario, un paese dove non serve il permesso di soggiorno e che vive delle collaborazioni e delle esperienze che Onori ha avuto con compagni di viaggio eccezionali, che per questo suo album hanno voluto essergli ancora una volta al fianco.
Con Onori abitano il Sonoristan Gianluca Petrella, Sabina Sciubba, voce nei Brazilian Girls, Hindi Zahra, Dan Kinzelman, Ruben Chaviano, Dimitri Espinosa, Mudimbi, Mohamed Azizi, Ahmed Ag Keady, GRINTV e Ziad Trambelsi.
Riccardo Onori traccia per traccia
Si parte da Nemo, introduzione strumentale al disco che compie un proprio percorso organico aggiungendo piccoli scampoli via via, fino a un costrutto soffice ma con nerbo.
Sea No Street parte nervosa, con voci in lontananza, che poi si avvicinano, e la tromba che regala colori jazz a un pezzo mai fermo.
Molto più tranquillo, e sottilmente malinconico, il viaggio di Before You Go, con la voce di Hindi Zahra a fornire spezie e profondità.
Afro più cobalto riesce a mostrare una linea univoca nonostante i moltissimi stimoli e i molti colori mostrati durante il brano.
La piccola tempesta si placa con la desertica Imidiwen, episodio di dolcezza tutta orientale.
Sonoristan, la title track, prosegue con la contaminazione: la lingua usata è l’italiano, per la prima volta nel disco, ma la tecnica è quella dell’hip hop, con il coinvolgimento di Pietro Matteo Grigio in arte GRINTV su una base ancora orientale ma aggressiva e contrastata.
Quindi? Perché? Perché si! è l’intermezzo strumentale che torna a conferire dolcezza al percorso del disco.
C’è tranquillità anche nella danza ritmata di Tamiditin, con un canto quasi da muezzin che si contrappone ai suoni elettrici della chitarra.
Si viaggia su termini e atmosfere ispaniche con la battagliera Guasasa, prima che il disco chiuda le porte con V.I.T.A., in cui Mudimbi immerge il proprio (sapiente) rap in atmosfere oscuro-funk, in angoli della città piuttosto bui, nonostante archi e fiati.
Sapori diversi, a volte mescolati, contraddistinguono il disco di Riccardo Onori, in grado di far emergere, a volte dal nulla, sensazioni contrastanti ma ben amalgamate. Il disco è vivo, lucente, a volte brulicante e molto energico.