Sacrobosco, “IVXVI”: recensione e streaming

Sacrobosco è il progetto elettronico di Giacomo Giunchedi, musicista abruzzese di base a Bologna che nel corso del tempo ha collezionato diversi live in importanti festival (tra cui Ypsigrock, Gondar, NIM e Fruit Exhibition in Italia, e Mein Haus Am See e Barkett a Berlino). IVXVI è il primo capitolo di due opere gemelle in uscita per Trovarobato, nota etichetta che conta nel suo roster artisti quali Iosonouncane e C+C Maxigross per citarne alcuni.
Il disco, anticipato dai singoli Faint e Anytime (di quest’ultimo è disponibile un videoclip al link seguente: https://www.youtube.com/watch?v=7CGYj5xnkFY), è una fusione di elettronica, strumentazione analogica e sampling ed esprime una tensione latente in continua evoluzione. Attualmente l’artista è in tour con la partecipazione di Paolo Raineri (Ottone Pesante, Junkfood) in alcune date.
Sacrobosco traccia per traccia
La partenza dell’album è graduale con Pearl: atmosfere soffuse acquistano ritmi e battiti nel percorso. Si passa poi a una breve e morbida Anytime, in cui però si avvertono numerosi movimenti in procinto di emergere.
Illish registra atmosfere più sfumate e nettamente più malinconiche. Ma è un momento passeggero che lascia il posto a una certa determinazione, tutta contenuta in una inquieta On Four Walls.
Mosse a loop quelle di Aerials, che però contiene anche qualche cosa di tribale e ancestrale. Cauto rispetta il proprio titolo e si muove con circospezione in un’aria abbastanza rarefatta.
Arrivano poi i due pezzi “lunghi” che concludono il lavoro: prima gli oltre sette minuti di Faint, fantasmatica e un po’ sognante, con voci femminili a fare da corollario. Il brano poi cambia nettamente e si fa più serrato a livello di ritmi.
Si chiude in Oriente, con Hashimoto, lunga prolusione che parte con calma e procede secondo un sentiero rettilineo costellato di piccole luci.
Lavoro interessante quello di Sacrobosco, che sperimenta sensazioni elettroniche scegliendo percorsi che segue fino alla loro naturale conclusione. In attesa della seconda parte, già qui si possono trovare notevoli spunti e sensazioni positive.