Testo e foto di Chiara Orsetti
20 luglio 2019, Arena del Mare completamente sold out per la quarta serata di Goa Boa Festival, quella che intorno alle 23 ospiterà sul palco Salmo. L’atmosfera che si respira è completamente diversa rispetto al solito: già dalle 19 gli spazi sono strapieni di ragazzi giovani, giovanissimi, in trepida attesa per l’arrivo del loro idolo. Odore di sudore, di fumo, di voglia di urlare a squarciagola fino a non avere più fiato. Se le prime file erano le sole a non mollare la presa, davanti al palco principale questa sera c’è già una discreta folla, intenzionata a non lasciare la posizione neanche per andare a prendere qualcosa da bere, visto il caldo che non accenna a diminuire nonostante il sole stia per calare.
Il mare di pubblico è sicuramente affascinante, ma crea qualche difficoltà negli spostamenti tra un palco e l’altro, soprattutto se si tenta di avvicinarsi al palco per vedere da vicino gli artisti in scena. E poco importa se si debba lavorare o semplicemente godersi il concerto. La serata è interamente dedicata al rap, e Gorka è il primo a salire sul second stage. Nato ad Albenga, classe 1997, sta lavorando al primo disco ufficiale dopo aver lanciato su YouTube e Spotify alcuni singoli diventati virali in pochissimo tempo. Il vero delirio esplode quando, dall’altra parte dell’Arena, arriva Speranza ad accendere il pubblico. Nonostante il look non ricordi affatto quello di un rapper, la sua energia casertana, la sua rabbia e il suo flow conquistano. Sulle note di Chiavt a Mammt e degli altri successi, si comincia a cantare e a ballare senza sosta.
Il testimone passa a Quentin40, che entra in scena sulle note del remix di Thoiry del collega Achille Lauro, versione che ha contribuito a renderlo uno degli artisti più promettenti della scena rap nostrana. Nel suo album, intitolato semplicemente 40, vanta un unico, preziosissimo featuring, quello con Fabri Fibra nel pezzo 666Gap. Il suo stile è praticamente inconfondibile, e i ragazzi davanti alle transenne lo sanno bene. I brani si susseguono e tutti cantano insieme, nonostante il caldo, nonostante la sete. Non si molla.
Dall’altra parte del piazzale, che stasera sembra lontanissima, sul secondo palco ci sono gli Psicologi: Lil Kaneki e Drast sono due diciottenni romani con ancora il viso innocente, usciti allo scoperto con il loro primo ep intitolato 2001. Tutti e cinque i brani contenuti sono potenziali singoli, anche se quello che promette di spaccare sul serio è Autostima. Nonostante l’attesa per i prossimi artisti sul mainstage, i ragazzi davanti agli Psicologi cantano con i flash dei telefoni accesi, proprio come si fa con gli artisti consumati. Chissà cosa accadrà quando questi ragazzi pubblicheranno un intero album.
Il buio è calato definitivamente, ed ecco che è il momento di Massimo Pericolo: polo a rigoni, cerchietto con orecchie da gatto e voglia di mangiarsi il palco. Giovanissimo anche lui, le sue canzoni parlano del quotidiano e dello schifo che spesso si cerca di nascondere sotto al tappeto. Nessuno del pubblico però ha intenzione di nascondersi, anzi: le voci unite urlano i testi, le mani alzate al cielo sono una barriera contro tutto ciò che è rimasto chiuso fuori dai cancelli del festival.
Allacciate le cinture, Lebon al mic
Sono quasi le 23 ed ecco arrivare la star della serata: allacciate le cinture, Lebon al mic. Menisco e crociato a puttane, arriva sul palco in sella alla sua sedia a rotelle modificata, con una bella testa di diavolo rossa aerografata sopra. Indossa un pijama azzurro a due pezzi, occhiali da sole, e un’espressione impunita che lo rende adorabile e insopportabile allo stesso tempo. Salmo parte col botto, regalando 90min e Staizitto nei primi tre pezzi, due dei maggiori successi dell’album Playlist, quello che lo ha definitivamente consacrato a idolo delle folle. L’unico sold out di Goa Boa 2019, ma una tradizione che in questo tour si è decisamente perpetuata nel tempo. Difficile trovare biglietti al botteghino per assistere a un suo spettacolo.
Nonostante i problemi alle gambe, Lebon continua la sua performance come se nulla fosse, almeno fino a quando qualche genio del male ha pensato bene di lanciare delle monete sul palco, non una ma due volte. La reazione del rapper è stata esemplare: silenziati i musicisti, ha espressamente fatto notare quanto poco fosse furbo pagare il biglietto di un concerto, arrivare tra le prime file e poi compiere un gesto così stupido. “Almeno tirami 100 euro! Sei pure un poveraccio!” è stato il commento finale. Un coro di “Scemo! Scemo! Scemo!” è stato inevitabile, anche se l’aggettivo che avrebbe utilizzato Salmo sarebbe stato decisamente meno gentile. Quando la pioggia di monete è finalmente archiviata, la musica continua. Cabriolet, Rusell Crowe, Perdonami, S.A.L.M.O. sono sono alcuni dei pezzi che portano al momento romantico della serata, quello atteso dalle ragazze tra il pubblico: Il cielo nella stanza. Prima di scriverla ai concerti ci andavano solo maschi, afferma ammiccando il rapper.
Come d’abitudine ai suoi concerti, arriva il momento della divisione delle folle: ci si separa in due blocchi e ci si corre incontro pogando. Liberatorio, non aggressivo, ma sicuramente solo per chi ha gambe e cuore in forma.
Ci si interrompe per qualche minuto, giusto il tempo di compiere il miracolo. Salmo torna in scena in piedi, per quello che potrebbe essere un mix esplosivo tra un concerto, un DJ set e una gara a chi ha più grosso il fiato. Insieme a lui arrivano Dani Faiv, che ha partecipato alla produzione di Machete Mixtape Vol.4 insieme alla gang più affollata di sempre. Ed è proprio a questo album che è dedicata la seconda parte di concerto: sul palco arrivano anche Speranza e Massimo Pericolo e, a sorpresa, anche Izi, protagonista della serata finale di Goa Boa.
Mentre si balla senza sosta, su Mamma sto male e Ho paura di uscire 2 soprattutto, più di un ragazzo ha bisogno di assistenza da parte dei volontari responsabili del primo soccorso. Un live per veri duri, ma chi è riuscito a resistere in piedi fino alla fine ha sicuramente vissuto uno dei concerti più esplosivi dell’estate.