Si intitola Vivi a Domani il singolo d’esordio dei Sirente, band abruzzese formata da Jonathan Di Felice alla voce, Matteo Fontana alla batteria e i fratelli Valerio e Riccardo Giuliani rispettivamente alla chitarra e al basso. Un brano che unisce pop e cantautorato ma che strizza l’occhio ai synth e a sonorità più ricercate. Abbiamo chiacchierato con Valerio e Riccardo del brano, delle loro influenze e del futuro.
“Vivi a domani” è il vostro primo singolo, uscito di recente. Come nasce e cosa significa per voi questo brano?
“Vivi a domani” nasce dalla penna di Riccardo che ha scritto testo e musica. E’ un invito che noi vogliamo fare a tutte quelle persone che si sentono un po’ perse a rialzarsi e ad andare a trovare un qualcosa che possa aiutarli, proprio come abbiamo fatto noi con la musica nel 2009 quando ci ha colpito il sisma.
A proposito di un album?
Il discorso album penso sia un discorso a sé. L’intento, per ora, è quello di sfornare pezzi, ancora non si sa quanti e non si sa per quanto tempo; dopo fare un album.
Prima di fare un album vorremmo avere una base più solida per poi poter fare cose più grandi. Abbiamo tanto da scrivere e tanto abbiamo già scritto. Vista la situazione difficile, stiamo aspettando di ritornare in studio e di lavorare sui pezzi.
Per ora non vogliamo parlare di album, ma sicuramente usciranno altri pezzi. Mettere insieme un album, oggi, è molto complicato perché è cambiato il modo di ascoltare la musica, sempre più veloce.
Ascoltando il singolo si sentono diverse sonorità: un timbro vocale caldo, i synth, suoni mischiati molto bene tra loro. Quali sono le vostre influenze musicali?
Ognuno di noi viene da una sua esperienza musicale; ascoltiamo musica abbastanza eterogenea, ognuno ha i suoi gusti ma direi che nel pop ci siamo ritrovati. Se vogliamo parlare di band, ci ispiriamo molto ai Canova che si sono appena lasciati, quindi ora ci stiamo noi! Ci piace quel pop mischiato all’indie un po’ alternativo che ha sonorità davvero interessanti. Ma siamo anche cresciuti con il mito delle band inglesi, Beatles e Oasis.
Cosa vi aspettate dal futuro, qual è la vostra aspirazione?
Questa credo sia la domanda più difficile di tutte ma, allo stesso tempo, anche la più semplice. Come tutti, vogliamo far sentire le nostre canzoni a più gente possibile. Quello che abbiamo fatto finora, che non è assolutamente nulla, un pochino ci fa stare bene quindi immagino quanto sia bello poter far sentire i nostri brani a sempre più gente. E’ un sogno e ci stiamo provando con tutte le forze a raggiungerlo. Pensiamo che sia l’unica cosa che ci rende felici e che sappiamo fare bene. Se ci immaginiamo a 40 anni vorremmo essere felici e senza rimpianti e vediamo questo come unico mezzo.
Il settore della cultura e dell’arte sta attraversando un periodo molto complicato, anche a causa della pandemia ed è sicuramente uno dei settori che sta accusando i danni maggiori. Vi state affacciando in questo mondo in cui manca la musica live, come la state vivendo?
Molto male, veramente molto male. Non abbiamo mai suonato dal vivo questo pezzo e gli altri pezzi che ci sono e che ancora non sono fuori. L’esperienza sul palco l’abbiamo e sappiamo quanto è bello stare li sopra. Quando non c’è quello è come vivere al 50%.
Tra l’altro scrivere non è la cosa più difficile, anzi forse è la cosa più semplice. E’ vivere una vita piena di stimoli che poi ti permetta di scrivere la vera cosa difficile. Se togli questo è tutto molto triste, aspettiamo e vediamo.
Isabella Rizzitano
