Nati nella scena punk-hardcore milanese, Fede “Vesu” Valsecchi e Fabrizio “Bicio” Grenghi hanno fatto parte dei Corrosione, approdando poi agli Stalker, nuovo progetto che pubblica Hai più di un’ombra.
Racconta Vesu: “Abbiamo cercato una formula musicale che potesse essere accessibile non solo a chi apprezza i generi alternativi, ma anche a un ascoltatore abituato all’airplay italiano. Con 7 note e 21 lettere dell’alfabeto si accede a infinite combinazioni e tra queste abbiamo cercato di dare vita a canzoni che oltrepassassero quei confini di genere probabilmente obsoleti nel Terzo Millennio”.
Hai più di un’ombra è stato registrato nel maggio del 2013 negli studi Massive Arts di Milano proprio quando il precedente bassista degli Stalker decide di uscire dal gruppo. Un momento cruciale che ha portato il combo a registrare in trio scegliendo la via della registrazione in presa diretta per ottenere un risultato più aderente all’impatto live.
Stalker traccia per traccia
Il primo pezzo è Stalker, che introduce al disco con un drumming concreto e movimentato ma non velocissimo, e con suoni indie tendenti allo stoner. Il pezzo, ricco di chitarre, fa registrare diversi cambi di ritmo. Ombre grunge mescolate con discorsi elettronici si presentano in Latente, pezzo che picchia duro nonostante gli “ooh-ooh” del coro di sottofondo.
Seduzione incontrollata incorpora sensazioni sonore di carattere vintage, sempre senza staccare il piede dall’acceleratore. Digressioni di chitarra popolano la parte finale del pezzo. Rapida e acida è poi Velenosa, che lascia spazio all’altrettanto rapida Porno: i ritmi dei pezzi non sono “punk”, anzi sono più vicini a stoner e metal, ma le canzoni corrono via senza fronzoli e senza perdersi in code inutili.
Io… Non Mi Diverto… al contrario alza il ritmo in maniera consistente e sfiora l’hardcore, sorretta da un drumming molto rapido e da chitarre sempre più rumorose. Si va di acidità sparsa in Delirium, pezzo strumentale che lascia il passo a Quasi come se…, che lascia balenare possibili qualità psichedeliche.
Cantilena tiene discretamente fede al proprio titolo, con un cantato ambiguo (che può portare alla mente svariati esempi nella storia del rock), in un pezzo sporco e cattivo e molto “nirvaniano”. Ambiguità sparse anche in Amarcord, sempre piuttosto tirata, mentre il disco si chiude con Viceversa, altro pezzo aggressivo ma con diverse modulazioni.
Disco “pesante”, quello degli Stalker, con suoni bene articolati e brani convincenti: un ottimo sfoggio di abilità e buona scrittura per un debutto che lascia ben sperare anche per il futuro.