È nata la band Staudaer, e Tetramin è il loro singolo di debutto. A Urbino, città universitaria e goliardica, un pomeriggio si incontrano Nicola, Carmine e Federico e decidono di fare musica: riesumando una strumentale composta anni prima a Milano ed emozioni e pensieri, pescati tra le note dell’iPhone e foglietti sparsi, uscì Tetramin. Ma sembrava più di una canzone: nacque l’idea di un progetto artistico che, per scherzo, prende il nome dal loro prof di sociologia, Stauder, senza la ‘a’. Poi arriva Aldo che sorprende il gruppo con la sua voce e diventa ufficialmente il cantante degli Staudaer.
Tetramin è un bagno nelle sonorità morbide dell’indie pop italiano, con un velo di disagio che lasciano dentro di noi le storie d’amore finite, insieme allo “scontrino del Tetramin comprato all’Eurospin”. Una storia finita male che non basta a rassegnarci, ci sarà sempre qualcosa che ci farà venir voglia di riprovarci, come lei che conserva ancora la foto di lui in camera in bella vista. Un drumming equalizzato come se fossimo immersi in un acquario e una brillante chitarra, che sembra il luccichio del sole filtrato dall’acqua.
Come per tutte le migliori band ai loro esordi, anche Tetramin viene registrata in un garage, grazie a Pietro e Luigi. Staudaer nasce con la voglia di dar valore ai progetti che crea e non a chi li ha fatti, non ci sono scale gerarchiche all’interno del progetto e sono sempre aperti a lavorare con altra gente. Staudaer più che un gruppo musicale è un collettivo di gente che vuole fare arte, non solamente musica.
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