Mentale Strumentale è il nuovo album dei Subsonica. Che, detta così, fa sempre un certo effetto. In realtà si tratta non proprio di un nuovo disco di “canzoni inedite”: inedite lo sono, ma non sono sempre e proprio canzoni in senso tradizionale, e nonostante la presenza della voce di Samuel qui e là, non ci sono i testi che hanno collaborato fattivamente alla crescita pop della band torinese.

Come spiegano loro stessi il disco risale al 2004 ed è “figlio” anche di una disputa contrattuale con la casa discografica di allora: la band si mise così al lavoro su un disco strumentale che però fu rifiutato. Sedici anni dopo Mentale Strumentale si riprensenta, in piena pandemia, a mostrare parte dei meccanismi sottostanti una canzone dei Subsonica, ma capace di stare in piedi anche di per sé.

Subsonica traccia per traccia

Decollo – Voce Off è il brano d’apertura del disco: un’introduzione nervosa e irregolare, più vibrante nella seconda parte, con la voce robotica che scandisce i passaggi.

Più incoraggiante la voce di Cullati dalla tempesta, brano in cui emergono anche frammenti di chitarra, quasi timidi e affogati in una congerie sonora piuttosto mescolata.

Con Artide 3 A.M. si scende in qualche profondità sonora, con armeggi a latere, ma anche con suoni di chitarra che provano a risalire, verso possibili aurore future.

Molto più claustrofobica e minimale A nord di ogni lontananza, che però prevede anche aperture, non necessariamente rasserenanti.

Detriti nello spazio cresce piano e si allarga in spazi che possono far pensare ai Radiohead, con il giro di chitarra che si inoltra in profondità fantascientifiche.

Cori femminili e spettrali sono quelli che attendono l’ascoltatore di A di Addio, con una specie di duetto vocale arrugginito e malinconico nella seconda parte.

Si oscilla un po’, in mezzo alla Tempesta solare, che si leva in modi ambigui e non troppo tormentosi, finendo per congiurare nelle tenebre.

Un giro di chitarra apre invece Delitto sulla luna, che ha qualche vaga tonalità vintage e alcuni rimbalzi del basso.

Profonde le malinconie che Strumentale esprime fin dalle prime note: pur con qualche deviazione dal percorso qui si entra nel campo di quelle ballad tristi che non sono così frequenti nei dischi della band.

Il viaggio si conclude con il Rientro in atmosfera, punteggiata di piccoli suoni, inquieta e sottoposta a piccoli martellamenti.

Un pochino straniante, questo disco, lo è: sei abituato a Tutti i miei sbagli e Colpo di pistola ed ecco qui un lavoro sperimentale, futuristico (almeno per l’epoca), privo dei testi taglienti costruiti per la voce di Samuel.

Ma i Subsonica, al pari dei coevi Marlene Kuntz e Afterhours, hanno sempre dato prova di poter “reggere” bene quando si tratta di proporsi in veste di sperimentatori sonori. Detto senza polemica, difficile vedere in queste vesti molte delle band che sono venute dopo.

Anzi, di fianco al lato pop, Casacci Ninja Boosta Vicio Samuel hanno sempre spinto sul tasto della ricerca sonora. Qui lo fanno in maniera aperta e senza compromessi, ottenendo un disco che ovviamente non piacerà a tutti ma che offre spaccati interessanti, anche perché rivela l’attenzione della band ai movimenti musicali, nazionali e internazionali, contemporanei. Insomma: non hanno mai smesso di studiare, e si vede.

Genere: elettronica, strumentale

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