Buh! è il nuovo album di Suvari, pubblicato da Nufabric e prodotto da Federico Dragogna. Anticipato dai singoli Coriandoli, Doppio Standard e A casa tutti Bene, il nuovo lavoro arriva a cinque anni di distanza dall’ep Di cosa hai paura?.

Nonostante questo arco temporale, l’album è in realtà nato con una genesi veloce, con brani scritti di getto, a mo’ di impulsi di idee e sentimenti. Interamente scritte da Luca De Santis, le nove canzoni si snodano tra diverse emozioni e sonorità, seguendo un filo conduttore che porta a una destinazione comune: far pace con i propri fantasmi. Un riferimento, quello ai fantasmi, presente in tutta la sua evidenza già nel titolo e nella copertina di Buh!

Suvari traccia per traccia

Si parte (forte) con Doppio standard, pezzo piuttosto accelerato che sa di power pop internazionale, sul quale si innesta un testo che parla di coraggio, in una vita come tante.

Un cantato rapido e concitato si erge In difesa delle cause perse, in un contesto elettrico che si fa vibrante e non sembra voler rallentare i pensieri frenetici di Suvari.

Arrivano da lontano i battiti di Ultramosso, prima di raggiungere chi ascolta in modo determinato, per parlare del nulla che avanza. Una canzone che racconta di buio e di atmosfere cupe, pur senza rinunciare a un certo tipo di luce che non si spegne.

Ecco poi Coriandoli, uno dei singoli, che procede a media velocità ma sempre in ambienti elettrici, con una certa tensione che permea tutto il brano. Molto scure e sintetiche le idee che si aggirano minacciose su Tutto, che parla di desideri e di immaginazione, spesso impossibili da tenere a freno.

Poi arriva il Tuono, che sa di new wave (e anche un po’ di Ministri) e riprende a correre con velocità: “E lascia stare le canzoni sull’amore“, anche perché c’è da cantare del tuono.

Tutto crolla in Miele, che si muove su ritmi più ragionati, anche se parla di guardare la fine del mondo, con livelli sonori che si sovrappongono e una costruzione della ritmica piuttosto articolata.

Ecco una vera ballad pop: A casa tutto bene racconta di albe milanesi e di cieli pesanti, con un accompagnamento minimale di pochi accordi di chitarra e una certa suggestione.

Ma non si può chiudere che accelerando: vibrante e rapidissima, ecco Giochi di squadra: “Cercherò un dio prima che mi trovi lui/e chissà se il paradiso è una grande farmacia“. Suggestioni chimiche e un po’ di emozioni post punk, per farsi una domanda senza risposta: “Se tutto passa, cosa resta?

Bel lavoro quello di Suvari, che si appoggia giustamente a Dragogna, che ormai è uno dei migliori della pista anche quando lavora su dischi altrui. Ma è ottima la sostanza dei brani del ragazzo, ricca di influenze internazionali ma anche di personalità, che non si nasconde sotto il lenzuolo del fantasmino simpatico che cerca di spaventarci dalla copertina del disco.

Genere musicale: power pop

Se ti piace ascolta anche: Palinurus

Pagina Instagram Suvari

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