Tananai pubblica oggi, venerdì 18 ottobre 2024, il suo nuovo album Calmocobra, disponibile su tutte le piattaforme digitali e nei formati fisici. Composto da dodici tracce, di cui nove completamente inedite e preceduto dai singoli Veleno (disco di platino), Storie brevi con Annalisa (doppio disco di platino) e Ragni, Calmocobra mostra un Tananai un po’ più maturo e consapevole.
Scritto da Tananai stesso, che ne ha curato la produzione con il contributo di Davide Simonetta, Michelangelo e Okgiorgio, con la direzione artistica di Stefano Clessi, Calmocobra è il secondo album dell’artista, dopo Rave, eclissi (triplo disco di platino e in top10 nella classifica Fimi degli album più venduti del 2023), contenente le multiplatino Baby Goddamn (quintuplo disco di platino), Tango (sestuplo disco di platino), Sesso occasionale (triplo disco di platino), Abissale (triplo disco di platino) e i dischi d’oro Pasta ed Esagerata.
Tananai traccia per traccia
Inizia quasi orchestrale, poi trova il proprio groove in crescita Fango, che apre il disco in modo melodico, vintage, quasi da chansonnier.
Tutt’altre idee quelle di Booster, che apre urban e poi si rende fluida ma piuttosto fitta. Anzi, tutto è pronto per un ulteriore scalata di marce e accelerata improvvisa, per un brano nostalgico ma con un sorriso di fondo.
Ecco poi la ballatona al pianoforte Ragni, già abbondantemente ascoltata su Spotify, con il suo andamento crescente, le sue atmosfere notturne e le sue proposizioni di rissa con gente con il coltello.
Curiosa scelta per un singolo che affianca l’uscita del disco, Punk Love Storia si sforza di mettere in mostra uno dei molti lati della scrittura di Tananai: una crime story un po’ Sid & Nancy, di punk ha soprattutto qualche parte del testo, mentre la musica rimane morbida anche se un po’ più acidina.
Questioni di cucina e di dna con Androne, che ritorna totalmente sul soffice, spezzando cuori di fan qui e là. C’è un po’ più di ritmo, tra Pasolini, i conigli e Fiordaliso, in Vaniglia. Ci sono baci al cesso, messaggi senza risposta e una sofferenza un po’ dreamy e un po’ allucinata in una canzone che alla fine racconta uno spaccato di vita di coppia.
Battito continuo e intenso quello che si incontra fin dai primi passi di Guarda cosa hai fatto, sostenuta senza essere particolarmente trascinante. Incontri al Veleno poi, per un altro singolo che ha conquistato attenzione e ascolti in quantità industriale.
Si parla del Vietnam e della Svezia in Nessun confine, ballata acustica che parla di distanze e coltiva una breve coda strumentale piuttosto struggente. Che si può dire dell’altra crime story del disco, Storie brevi, che non sia già stato detto? Si apprezza il racconto e ancora di più il video (non solo per la notevolissima presenza di Annalisa), che quantomeno si è imposto come alternativa alla monnezza estiva che ha fagocitato le frequenze radiofoniche estive.
Un po’ notturna per suoni, arriva poi Margherita, piccolo ritratto ritmato. Si finisce con Radiohead, storia ancora un po’ urban nelle dinamiche, con un beat elaborato e un testo che racconta di periferie e di fughe quotidiane.
Solo quattro anni fa recensivamo l’esordio di un giovane di belle speranze con un buffo nome d’arte. Sì, sto parlando di Tananai, mica di Irama. A partire dalla copertina, passando per il titolo e per (alcune) canzoni, è evidente lo sforzo di uscire un po’ dal cliché stampato addosso soprattutto dai successi sanremesi.
L’operazione riesce a metà, nel senso che da Tango al motociclista con le fiamme addosso la strada è un po’ lunga. Ma probabilmente non voleva essere una metamorfosi completa, piuttosto soltanto uno sforzo per mostrare come l’artista milanese non fosse “soltanto” quello delle ballad strappalacrime. E le sfumature si apprezzano, in un disco composito anche se coerente e con un target molto ben preciso in testa. E comunque e sempre con canzoni ben scritte e riuscite.