Doppio cd e paesaggi sonori spesso devastati sotto l’egida dei Porno Teo Kolossal: Massimo Divenuto porta agli estremi la propria musica utilizzando sia una tecnica di registrazione tradizionale, sia una configurazione utilizzata per le incisioni delle grandi orchestre.

Il risultato è Tannoiser, titolo che cita Blade Runner ma anche cd doppio ricco di riverbero, di pennellate rumorose, di violenza sonora.

Si apre con Opus Day Pistorium, lunga cavalcata elettrica con punte di noise ripetute e con un movimento non velocissimo ma continuo verso picchi di ardore e disperazione.

Stanza 306 parte invece dal fondo, dal silenzio, per costruire piano piano. La voce emerge più statuaria sul panorama sonoro qui più contenuto. Ovviamente il suono si riempie in progressione, fino ad arrivare ove è pianto e stridore di denti.

L’aria di tempesta non cambia stile per Tannoiser, in cui batteria e chitarra salgono a livelli superiori di intensità. Più dialettiche le interazioni di La Colonna Sonora dell’età moderna, che in qualche passaggio può ricordare modalità tipiche dei Csi o dei Marlene Kuntz.

Kandahar prospetta orizzonti orientali all’incirca per tutta la durata del brano, anche se i furori che si accendono da metà brano in avanti sembrano piuttosto occidentali. Il primo cd si chiude con Il tunnel in fondo alla luce, che riprende i temi e i suoni sentiti fin qui e li radicalizza ulteriormente.

Il secondo cd è totalmente occupato da Deep, traccia da circa un’ora, in cui si inseguono fantasmi, si percorrono macerie, si affronta una fine del mondo molto materiale con qualche vagito elettrico che ancora si leva dalle rovine. Nella seconda parte torna a farsi sentire la voce, con urla e versi declamati su soundscapes crollati e mozzi.

L’opera è complessa, se vogliamo metterla sulla banalità, e indubbiamente difficile seguirne i percorsi, che si svolgono del tutto nella mente e nelle dita di chi ha eseguito i passaggi del disco.

La volontà magmatica che si distende sotto, sopra e di lato al doppio album, e che prende possesso della scena, testimonia uno sforzo monumentale di superare i canoni e di fornire un lavoro potentissimo e originale. Il prossimo disco potrebbe anche essere costituito da una nota sola: probabilmente sarebbe la nota giusta.