The Clan: intervista, recensione e streaming

Primo lavoro in italiano per la folk band The Clan: è appena uscito un concept ep dal titolo Quattro giorni fuori porta. Tutte le tracce hanno un comune denominatore, ovvero la descrizione di “un giorno” in particolare e del relativo punto di vista. Abbiamo intervistato la band.

Siete una band particolarmente produttiva, con 3 album in 5 anni. Su che premesse nasce questo nuovo ep?

Si, siamo abbastanza produttivi, ma ci piacerebbe esserlo molto di più. Siamo partiti quasi per gioco, ma abbiamo riscontrato da subito interesse da parte di un certo pubblico. Quindi abbiamo cercato di non perdere tempo continuando a sfornare materiale.

Dai nostri album si nota una certa evoluzione, in quanto non siamo particolarmente affezionati a un unico genere musicale, per cui si può trovare un po’ di tutto: dal folk tradizionale, al punk rock, all’hard rock allo ska fino all’ultimo ep che si affaccia al nuovo cantautorato italiano.

Questo ultimo lavoro , per noi è un nuovo inizio, l’ennesima evoluzione , la più importante. Siamo partiti con un ep per non esagerare anche con noi stessi.

Come mai avete scelto di cantare in italiano?

In realtà, Angelo, il frontman e l’autore della band , ha sempre scritto in Italiano nei progetti precedenti ai “THE CLAN”, e tutte le canzoni nascono comunque in italiano per poi essere tradotte in inglese che, normalmente è la lingua che meglio si adatta al rock in generale.

Abbiamo, però, provato a sperimentare un ritorno all’italiano nel disco precedente, “Here to Stay”, con le  canzoni “Rievoluzione” (feat. Punkreas ) e “Johnny non parla” ( in cui si parlava del tema del bullismo e degli attentati terroristici ).

Dopo aver notato un buon interesse da parte del pubblico italiano durante i concerti, abbiamo intuito che forse avremmo dovuto insistere con la nostra lingua e che tutto sommato non ci viene male.

L’italiano, inoltre, ci consente di arrivare in modo più diretto a chi ci ascolta e ci consente anche molta più libertà nell’esprimerci.

Dal punto di vista dei risultati ottenuti fino a ora, dove il 90% dei nostri ascoltatori online sono all’estero, può sembrare un suicidio tentare questo “cambio di rotta”. 

Ma noi, siamo convinti sia necessario , ci crediamo,  e comunque non è detto che sia per forza un cambio definitivo (anche se un po’ ci speriamo ).

La strada che avete scelto è quella del concept: volete spiegare come nasce?

Siamo partiti con l’idea di fare un disco intero ( nonostante dal precedente non fosse passato un anno intero ), ma ci siamo resi conto che alcune canzoni , mentre nascevano, avevano già qualcosa in comune tra loro, sia come sonorità sia, sopratutto, nei testi.

Quindi, modificando poche parole, abbiamo voluto creare questa idea di concept e parlare di “ quattro giorni”.

“Fuori porta”, invece, sta a indicare che siamo andati leggermente fuori tema rispetto al nostro solito sound , ma che potrebbe essere l’inizio della nuova era del CLAN.

Come nasce, nel dettaglio, “Il giorno prima di morire”?

Parla Angelo in prima persona : “Il giorno prima di morire” nasce da una riflessione fatta durante un ricovero ospedaliero. Sono andato al pronto soccorso per un affaticamento respiratorio, sospettando una polmonite.

Ho scoperto, invece, che per una anemia genetica trascurata da troppo tempo (non entriamo troppo nel dettaglio medico), i miei valori del sangue erano in una situazione fortemente critica, tanto da richiedere d’urgenza 6 sacche di sangue trasfuso.

Ringrazio, anche per questo, tutti i donatori del sangue, che diamo sempre per scontati finché non ne abbiamo bisogno in prima persona. 

Da questa esperienza,  è nata la macabra, ma realistica, riflessione: ovvero, che potremmo morire da un giorno all’altro senza accorgercene.

Ho pensato, infatti, che sarei morto stupidamente e che avrei passato “il giorno prima” in modo insignificante, e che, forse, sarebbe il caso, da lì in poi,  di dedicare a ogni giorno maggiore importanza.

La vostra esperienza dal vivo è particolarmente vasta. Potete raccontare un concerto di The Clan a chi non c’è mai stato? Dove vi possiamo vedere prossimamente?

Abbiamo suonato molto in questi 5 anni e anche lo show si è evoluto con il tempo, così come la formazione della band sul palco. La cosa che non manca mai a un nostro concerto è il ballo!

Non c’è ancora stato un concerto del CLAN senza un pubblico che si sia messo a saltare e ballare sui nostri pezzi. Cerchiamo sempre di coinvolgere i nostri spettatori e cercheremo di farlo sempre di più.

Dopo tanti concerti quest’anno abbiamo deciso di darci una calmata, soprattutto per lavorare ad altro materiale. Inoltre, con la nuova band, formata quasi completamente da musicisti di professione, abbiamo cambiato alcuni strumenti a discapito di altri per dare un’ulteriore rinnovo allo show.

Ci saranno comunque degli eventi estivi in cui poterci vedere dal vivo, ma pubblicheremo il calendario più avanti. Al momento ci teniamo che al pubblico arrivino le nuove canzoni, per poterle imparare e cantare con noi.

The Clan traccia per traccia

Si parte molto forte: Il giorno più freddo dell’anno introduce la figura di Rachele e le sue disavventure in pieno ambito folk rock con sonorità di estrazione celtica.

Più incidente e fitta di cantato Il giorno con te, sempre in ambito celtic, ma anche con caratteristiche piuttosto punk.

Si corre parecchio, con il drumming, i violini, pathos e allegria con Il giorno prima di morire.

Un po’ più contenuta come toni e ritmo, ecco infine Il giorno migliore, che ha le caratteristiche della ballad, almeno fino all’accelerazione brusca che riporta sui ritmi di corsa.

Sound molto compatto e coerente per The Clan, che nelle quattro tracce dell’ep offre quattro sfaccettature di un pensiero unico.

Genere: folk rock

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