Un ep, The Best, adeguatamente rifocillato di musica strumentale. Una band, The Pig Project, che si presenta così: “Siamo una band di Firenze composta da basso, batteria e Pc”. E, nonostante un certo minimalismo di fondo, molte idee e progetti per il futuro. Ecco la nostra intervista.

Come nasce The Pig Project?

Il progetto nasce un po’ per gioco tra Giuseppe (basso) e Martino (batteria), con la voglia di fare groove… Presto però la cosa comincia a starci stretta e al basso si affianca una loop station: ecco la svolta…

La loop station permette al basso di prendere ispirazione dalla sua stessa base, e costruire la sua naturale evoluzione, giocando con armonie, arpeggi e assoli non non proprio da basso elettrico.

Trovata la giusta intesa tra basso e batteria, si inserisce presto Yoni con i suoi suoni e le sue atmosfere a completare il sound.

Con quali presupposti avete inciso il vostro demo e che tipo di risposte avete avuto fin qui?

Abbiamo inciso quattro pezzi demo (in due ore nello studio dove proviamo di solito), con la sola finalità di presentarci a locali e situazioni adatte al nostro sound… Ci serviva materiale da far girare subito.

La risposta è stata subito positiva e i pezzi piacciono, anche se non sono molto diffusi locali predisposti a un genere musicale che esce fuori dalla classica formazione.

Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?

Ognuno di noi ha ascoltato e ascolta la musica più varia, è difficile parlare di “influenze musicali”: ora ascolto Ray Charles, tra un’ora Four Tet , Mandrill, Robert Dioniso, Nina Simone, Tool, Bonobo, Tortoise, Uzeda o magari I Lamb o i Thievery Corporation…

Il demo conta su quattro pezzi: avete già pronto altro materiale? State pensando a un album intero?

Attualmente stiamo lavorando alla nostra scaletta, che conta di circa 50 minuti per 10 brani… Tra un paio di mesi ci metteremo all’opera per una registrazione “seria”.