Esce oggi Specchio riflesso, ep d’esordio del trio torinese Tragic Carpet Ride: il progetto nasce da Filippo Zimarro, che poi trova la complicità di Francesco Cornaglia e Alessandro Osella. Il trio combina sonorità psichedeliche e alternative rock con influenze pop anni ’70 e testi in italiano. Abbiamo dedicato alla band la copertina dell’ultimo TRAKS Magazine.
Le quattro canzoni che compongono l’ep, Non è la stessa cosa, Buio, Quei brutti pensieri, Cinema, offrono squarci particolarmente interessanti delle sonorità del gruppo. Ma sono anche un antipasto particolarmente interessante di una band in divenire e con un futuro molto stimolante.
Racconta Filippo Zimarro:
Le nostre influenze musicali sono estremamente variegate e questo rende il processo sempre stimolante. Tra i nostri riferimenti sicuramente ammiccano alla psichedelia e a tutto il panorama degli anni ’90: dall’alt-rock allo shoegaze, dal grunge al garage. Non mancano però ispirazioni più personali, come la musica francese, il punk o la disco, anche se i Beatles rimangono sempre il nostro terreno comune.
Tragic Carpet Ride traccia per traccia
Il latte, il caffè, la psichedelia: i TCR aprono parlando di mattine strane e di relazioni particolarmente stimolanti, con Non è la stessa cosa. Il sound è morbido e si distende con tranquillità, ma affronta dei picchi improvvisi. La parte finale del brano si fa un po’ più concitata, senza mai perdere una compostezza complessiva.
Arriva poi Buio, probabilmente la canzone più significativa di questa primissima fase della band: punteggiata da piccoli suoni acuti, la canzone procede e aumenta di spessore e volume, riempiendo la scena progressivamente e con gradualità. “Tutto è buio su di me“, cantano, ma è un buio ricco di stelle e spazi, con qualche cambiamento da affrontare in corsa. “Che non so come vivere/che tutto è buio su di me…“
Uno strato di funk, un giro di basso, qualche scintillìo per combattere Quei brutti pensieri. Una lacrima davanti allo specchio, la voglia di sparire si coniugano con un brano che è sicuramente malinconico ma non totalmente disperato.
Si finisce tutti al Cinema, conclusione dell’ep con qualche peculiarità e qualche nostalgia 70s. Una ricerca di risposte, fra cinema e realtà, per raccontare una relazione che finisce, scatenando il drumming e celebrando un congedo scoppiettante.
Posto che la band è fra quelle che dal vivo guadagnano ulteriore spessore e interesse, il primo passo dei Tragic Carpet Ride su disco è vividissimo e davvero notevole: il trio dimostra una chimica perfetta, una qualità di scrittura rara e convoglia nei quattro brani una passione palpabile e molto energica.
Genere musicale: alternativa, psych pop
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Pagina Instagram Tragic Carpet Ride
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