Universound, “Elefunk”: la recensione

E’ uscito da qualche giorno Elefunk, disco d’esordio del quintetto marchigiano Universound. Progetto formato nel costante moto di ricerca dell’arrangiare in chiave originale e personale il proprio materiale sonoro, doti sviluppate da ogni componente durante il proprio percorso di studi di conservatorio, soprattutto in ambito jazzistico, poi e maturate e temprate dal palcoscenico.

Devoti al senso del groove e del ritmo incalzante, ritrovarsi a un loro concerto vuol dire imbattersi in un live show di impronta principalmente funk dove non mancano poi mai accenni alle diverse infuenze musicali, ormai nel DNA della band.

Universound traccia per traccia

Dopo l’introduzione tutta synth e climax di Discovering Trappist-1, ecco Ego, la seconda traccia, che vede l’emerge di un robusto groove di basso e di un sentimento jazz che si allarga progressivamente. Il brano nella seconda parte opta per scelte meno rumorose, con il basso che si fa protagonista in modo vellutato ma deciso.

Entra il cantato con Elefunk, la title track, che del funk hai i ritmi e i modi, con una sezione di fiati incisiva e bene educata e una chitarra in vena di assoli. High Funk (Monkey Town) inserisce qualche elemento rock e anche progressive a un tessuto che però rimane totalmente funk; questa volta il cantato è in italiano e i ritmi molto elevati.

Signorina declina verso sensazioni vintage eleganti e levigate, più animato man mano che ci si avvicina al finale. Thin line trips per la prima volta sembra preoccuparsi di inserire suoni palesemente contemporanei, con un cantato/rappato e un’atmosfera urban.

Let us take you home cambia completamente atmosfera, disegnando alture morbide accompagnate dal pianoforte, con il cantato che torna in inglese. Si chiude con la bonus track Slang, tutta in territorio hip hop, con l’apporto di Fattysniper e Jbeat.

Buon progetto e buona realizzazione per gli Universound, che si dimostrano all’altezza del compito fin dall’esordio. Un amalgama ottimo e composizioni originali risultano in un disco altamente godibile.

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