Che poi ci si ritrova sempre all’ultimo, a prenotare voli impossibili senza avere poi neanche così tanti soldi da parte, a saldare il conto delle carte di credito, a rendersi conto di non avere nessuno con cui andare al mare, a stare male solo al pensiero di perdersi il Primavera Sound perchè il capo (ah, maledetto!) non ci dà le ferie, a sentirsi in colpa per non aver studiato abbastanza, e tutte quelle altre ansie e preoccupazioni che precedono l’arrivo delle vacanze.
Segue una “innocua” playlist di 10 brani italiani piuttosto tristi per viaggiare senza dover spendere una lira (in cambio di presammale musicale, cinismo e perdizione), una città e storia diversa per ogni brano da usare anche come sottofondo per cominciare i ripassi e contemporaneamente considerarsi definitivamente in vacanza, con un po’ di inevitabili sensi di colpa.
Baruffa – Rovigo
Rovigo dei Baruffa è il brano con quel sapore vintage che stavate aspettando, per rivivere i tempi di quando frequentavate il liceo, prima di trasferirvi a Milano o Bologna per fare l’università, le autogestioni, i concerti, la ragazza con il più bel sorriso del mondo di cui adesso non ci ricordiamo il nome, percorsi notturni in una vecchia Punto Blu. Benvenuti a Rovigo. Segnatevi il nome dei Baruffa perché ne sentirete parlare ancora molto spesso, perchè uniscono l’ironia alla malinconia, una voce à la Francesco Bianconi senza la tragicità milanese dei Baustelle, imperdibili.
Benelli – Firenze
E poi si va a Firenze con Benelli, nome che in realtà nasconde un duo di Grosseto ormai adottato dalla scena bolognese (i loro brani e l’album in uscita, vantano i contributi artistici di Hyppo dei Keaton, Carota de Lo Stato Sociale e CIMINI). Forse una coppia che si separa dopo il liceo, uno che va a studiare a Firenze e chiede lei di venirlo a trovare, ma poi va a tutto allo scatafascio, forse una cosa così. La cosa assurda di questo brano è che è un brano it-pop che porta con sé una malinconia non da poco e che, nella limpidezza di un testo che mette a nudo il protagonista, ognuno ci vede in realtà un po’ quello che vuole, riempiendo un brano di ricordi personali, di quando siamo andati a Firenze in macchina, di quando poi te ne sei andata, di quando ho scritto una canzone su quando te ne sei andata.
Edwige – Dejasempre
Milano. La cantautrice di origine sarda Edwige racconta Milano con gli occhi di chi ci è appena arrivato, con la tristezza di un primo incontro a Porta Genova di chi credeva che sarebbe stato invece per sempre. Tenete d’occhio questa giovane ragazza, un’anima it-pop che sfiora influenze trap, ma che scrive davvero bene e conquista con quell’aria da outsiders che porta con sè. Dejasempre è la vostra nuova espressione preferita, di quando vedete qualcuno vestito esattamente come la prima volta che lo avete incontrato, prima che ve ne innamoraste.
Rovere – Soli come a Bologna
Bologna e il suo sentirsi soli tra i portici, le cose che ci siamo detti in tangenziale e che ci fanno solamente stare male e i rovere (scritto tutto minuscolo volutamente), band che in molti avevano sottovalutato – un cantante che è anche uno youtuber abbastanza noto, una schiera di ragazzine urlanti, amici e amichetti famosi. Ma al di là di Youtube, le ragazzine e gli amici famosi, i rovere sono forti e firmano un brano potente, per chi si sente affogare anche in città, di chi sta male solo al ripensare a quelle cose che ha detto preso dalla rabbia, forse abbiamo solo bisogno di spazio, come a Bologna che ci sono troppe stradine, vicoli stretti e gente che si affossa in piazza.
Pashmak – Laguna
Venezia. Uno dei due brani in italiano firmati dai Pashmak da scovare nell’ultimo album Atlantic Thoughts, un incredibile risultato che fa ben sperare per un cambio di rotta che potrebbe rendere più accessibile una delle band più interessanti che abbiamo in Italia attualmente. Questo brano ci porta nei canali subacquei di Venezia, non quella turistica, quella nascosta, magica, allucinata. Un giro al piano che sfocia su derive psichedeliche, sentimenti oscuri, una presenza femminile eterea, inquietante, lontana. Una Venezia così non la vivrete mai più, vi conviene partire subito.
Osvaldo – Tramonti Sul Mare
Il cantautore pugliese Osvaldo firma un nuovo singolo (pubblicato per Urlo Records) che ci accompagna durante una fuga in macchina verso il litorale, per chi ha appena voltato pagina e vuole stare bene, e continua a guidare come un pazzo, fino ai confini del mondo. Un brano pop (nel senso più positivo che possiamo dare al termine) non banale che mette i brividi e dà la carica, che fa venire voglia di urlare e scappare via. Per chi non riesce ad andare avanti, per chi è ancora innamorato del proprio ex, per chi sta sempre male e per chi sente la mancanza di qualsiasi cosa.
Il Teatro Degli Orrori – Genova
La Genova più buia, quella che ormai tra un Supernova e le gite all’acquario con la scuola, abbiamo un po’ dimenticato. Una Genova ben lontana dai pranzi al sacco a Boccadasse, un brano di angoscia pura, quella che solo Pierpaolo Capovilla riesce a suscitare: un sole strano, la violenza, i fascisti in divisa, un caos rock contorto da brividi. Capitò di vederla dal vivo, proprio a Genova, su un palco ben composto e illuminato da tenere lucine, furono i brividi a rendere tutto così futile e ridicolo di fronte a tanta violenza sonora e crudezza. Da ascoltare attentamente.
Nicola Lombardo – Inghilterra
Periferia di Londra. Un brano che ti porta in vacanza, ma una di quelle un po’ lunghe. Di quando ad andartene non sei tu, ma qualcun altro, e allora manca tutto. Le paranoie, il caffè, l’Esselunga che non c’è più, e mi dici che è sempre tutto ok, ma non è poi così tutto ok se l’unico modo per comunicare è con un cellulare, un cellulare che ormai confondo con te. Per chi ha dimenticato il suono della voce di qualcuno di importante, a furia di leggere le sue parole solo scritte su uno schermo. Se non conoscete Nicola Lombardo, date una chance al suo debut album Bosco, che è triste, intenso, universale, generazionale, e così personale da far star male.
Geller – Murano
Anche se intrinsecamente romani, i Geller hanno nascosto questo brano nel loro debut album Male Male, probabilmente il più bello e interpretabile di tutto il disco. Un bambino che rompe una lampada di vetro di Murano, un piccolo fallimento che poi ne porti mille altri, uno dietro l’altro, e ti ho fatto male esattamente come ho fatto male a mia madre, quando ho rotto quella lampada che sembrava così importante. Murano che un bambino immagina un paese lontano, un po’ come New York quando a quindici anni sognavo una casa nell’Upper East Side con, ma forse abbiamo guardato troppe puntate di Gossip Girl insieme. Poi ti ho ferita, senza volerlo davvero. Ma nonostante tutto, non ci passa questa voglia di scappare.
Martiny – Dubai
Se trovate i soldi per andare a Dubai, benissimo. Sennò va bene anche pensarla in senso più metaforico, ma per capire davvero di cosa parlo dovreste guardare questo video, prestare molta attenzione, e innamorarvi di questo cantautore che, cinico, tristissimo, ma sempre ironico, con soli due singoli usciti per La Clinica Dischi, ci ha già conquistato abbastanza da farci attendere il suo debut come una delle uscite più interessanti dell’autunno. Per chi si perde, come un granello di sabbia, per chi trova che Dubai possa fare rima con Goodbye, per chi è un tipo da prendimi la mano e portami lontano.
Signor Uffa