E’ disponibile in digital download e in streaming, e da lunedì 10 settembre in formato fisico, Unplugged against violence (Cabezon Records), disco di debutto del progetto benefico WAV – Women against violence. Quattordici brani scritti e interpretati da 17 artiste italiane unite nella lotta contro la violenza sulle donne, guidate dal direttore artistico Bruno Mantra, con l’appoggio di Associazione Otto e del Centro Donna Padova e con la partnership del marchio di abbigliamento Miss Miss Outfit by Valentina.
Unplugged against violence, realizzato grazie alla campagna di raccolta fondi Musicraiser, è stato registrato e prodotto da Stefano Pivato e Bruno Mantra presso il NoShoes Studio di Dolo (Ve). La copertina del disco è dono dell’artista C0110. L’immagine inlay è dono dell’artista Chiara Giraldo. Artwork di Mattia Menegazzo. Tutti i proventi del disco e annesse attività live saranno devoluti al Centro Donna Padova, a sostegno delle vittime di violenza e di stalking.
Ecco i nomi delle artiste coinvolte: Romina Salvadori (EstAsia), Elisa Erin Bonomo (vincitrice del premo della critica Amnesty International 2017), Chiara Patronella (Almakantica), Irene Brigitte, Lil’ Alice, Chiara Vidonis, Irene Ghiotto, Agata Munay (Yavannah, finalista X-Factor), Artic Bahama Mama (Ludovica Signorelli & Erika Pilli già U.B.Dolls), Honeybird (strumentista per Tre Allegri Ragazzi Morti), Jo Stella, Sybell (Uttern), Roberta Contesso & Sylvia Fabbris (cellulite star), Folake Oladun (Hit Kunle) che reinterpreta un brano di Eva Poles (Prozac+) e con la partecipazione straordinaria di Masha Mysmane Bonetti (EXILIA).
WAV traccia per traccia
Si parte piano con Menta, canzone inedita in dialetto triestino che Irene Brigitte compone e interpreta con un tessuto minimale e qualche influenza di suoni orientali, che sfociano poi in una seconda parte più corposa.
Chiara Vidonis risolleva i ritmi con una molto aggressiva Quando odiavo Roma, che riporta la puntina su tracce molto più “terrene”.
Il pianoforte guida le note malinconiche di una molto sofferta Io sono a casa, firmata, non senza patimenti, da Agata Munay (già nota come Anita Racca).
Sybell invece presenta Are you gonna be the only one?, che a dispetto del titolo e delle prime battute della canzone è la versione italiana dell’omonimo, e danzante, brano interpretato dalla “sciamana poetessa”.
Integralmente in inglese invece Leadbelly, blues interpretato da Lil Alice, con modalità morbide ma decise.
Un solo take è stato necessario a Chiara Patronella per incidere Porcellana, lineare ma ricca di intensità cantautorale.
Armed Girl porta una sferzata d’energia grazie alla forza del blues firmato da Artic Bahama Mama.
Molto più pacifiche, ma anche più inquiete, le intenzioni di Quello che eri, cui Romina Salvadori conferisce un certo senso di ambiguità.
Si affronta con modi diretti e crudi il discorso violenza con Scampo, che Elisa Bonomo sfuma senza togliere il dramma dalle parole e dai suoni.
Honeybird e Jo Stella ammorbidiscono i toni con una giocosa Trans Atlantico, che affronta discorsi di sessualità con modi leggeri.
L’alternanza di umori prosegue con La sposa, che Irene Ghiotto dota di uno spessore notevole, con l’ausilio del pianoforte.
Cadono nuvole, firmata da Eva Poles (Prozac+) e interpretata da Folake Oladun (Hit Kunle) insieme alle WAV voices, segue tracciati elettrici.
A seguire poi Nulla di più ricco, di Roberta Contesso e Sylvia Fabbris, è animata da passaggi rapidi e nervosi. Il disco si chiude con Closer, interpretata con sofferenza da Misha Mysmane Bonetti.
Fatti salvi gli intenti estremamente meritori del disco e dell’iniziativa, il progetto WAV nasce sotto una buona stella anche per la qualità delle interpreti scelte. Certo rimane la curiosità di vederle impegnate tra limiti sonori meno angusti.