zero23, “Songs from the eternal dump”: la recensione

zero23

Songs from the eternal dump è la nuova uscita di zero23. Giuseppe Fantini a chitarra ed elettronica, Niet F-n a elettronica e field recordings e Macarena Montesinos al violoncello costituiscono la band.

Il titolo dell’album ha un duplice valore: uno puramente sociale in quanto la discarica eterna raffigura le meccaniche umane e la società attuale; l’ altro strettamente musicale, in quanto le parti elettroniche e chitarristiche suonano volutamente sporche.

zero23 traccia per traccia

Si parte da Empty little space, probabilmente una voluta partenza serena, che mette a proprio agio l’ascoltatore con un brano essenzialmente dolce.

Altre caratteristiche quelle di False step, un pezzo nervoso e saltellante, che ronza la sua strada attraverso piccoli rumori e fastidi sottocutanei.

L’atmosfera però si placa subito: c’è Broken souls che raduna anime spezzate con la forza di un richiamo ripetuto a loop.

Dead rats blues non è proprio un blues come lo intenderebbe Eric Clapton, tra arpeggi, feedback, piccoli rumori assortiti, ma il passo e lo spirito sono sicuramente quelli.

Si procede poi con Far from home, in cui la rumoristica prende quasi il sopravvento sulla linea melodica mantenuta dal violoncello.

Crepuscolo è una canzone drammatica in cui però si inserisca C1P8 di Guerre stellari, a fornire un tocco di ironia a un brano per certi versi molto lugubre.

La seguente Macchinari avariati mantiene quello che promette, facendoci muovere in una fabbrica rotta, piena di cavi penzolanti e di suoni e rumori che sembrano lasciati lì a caso, ma che in realtà vogliono essere urtati.

Si chiude con Rome, dove tutte le strade portano ma anche dove molte illusioni e sogni (e incubi) possono prendere forma sonora, sempre con qualche sbalzo di tensione a pasticciare il panorama.

Si cammina sempre sul filo con i brani degli zero23, o almeno l’impressione è sempre quella di rimanere in bilico, di doversi muovere con cautela, di rischiare qualcosa. Sicuramente la band non aveva intenzione di attirare ascoltatori tranquilli, e sicuramente è riuscita in tutti i propri intenti artistici.

Genere: elettronica, glitch, post rock

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