“250 Dollars”, Dirty Fingers: la recensione #TraKs

Si chiama 250 Dollars il disco di debutto dei Dirty Fingers, rock band di una certa potenza che esiste dal 2010 ma che da allora ha cambiato quasi tutti i propri membri.

Si apre subito con una notevole scarica di adrenalina grazie a Back to the Move: gli elementi sono tutti allineati fin dall’inizio per un disco che, è presumibile, non prenderà prigionieri.

Riverberi ed effetti aprono le porte di Whiskey, che aggiunge qualche tono western a una struttura di sostanziale hard rock. Explosive Sound si basa su movimenti di chitarra piuttosto fluidi e su veloci assoli brevi.

La velocità è fra le caratteristiche anche di 250 Dollars, la title track, che ha passaggi molto dirompenti. Al contrario, l’atmosfera si sopisce con Black Magic Night, che ha tutte le caratteristiche della ballad old style.

La canzone che condivide il nome con la band, Dirty Fingers, torna invece a picchiare sulla batteria e a presentare un contesto molto robusto e concreto.

Riff robusto anche per Heroes Days, che finisce in ulteriore accelerazione. I Am e Nothingness Dance chiudono il disco ancora con note piuttosto indurite.

La formula dei Dirty Fingers è piuttosto semplice: la chitarra è il totem attorno al quale si costruiscono le cavalcate potenti della band, sempre piuttosto ben eseguite e di sicuro in grado di soddisfare appieno il pubblico di riferimento.

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