Abbiamo parlato giusto ieri dei Dhole, band screamo/hardcore, e della loro nuova uscita Oltre ai confini della nostra essenza (qui la recensione). E vogliamo approfondire qualche contenuto con l’aiuto di questa intervista.

Potete raccontarmi la vostra storia?

Il primo accenno di gruppo nasce nel Settembre 2013, dalla coesione di Paco (alla batteria) e Respo ( alla chitarra), approfittando di una saletta prove in cascina, messa a disposizione da amici.

Pian piano i pezzi vengon fuori, ma ovviamente si senton la mancanza di una seconda chitarra e del basso, dopo qualche mese al progetto si uniscono Kenzo ( alla chitarra) e Gino ( al basso).

I pezzi suonano più vitali e colorati, tutto prende forma e maggior corposità. Nell’ estate 2014, avendo pezzi a sufficienza, si decide di registrare, ci affidiamo alle mani del Mizkey Studio e della Obscure Country Recording Lab, ne esce il primo disco, in uscita l’ 11 Maggio 2015 per la StayHome Records.

L’ aspetto più positivo di questo progetto, a livello personale di ogni membro, è stata la capacità di dare un senso a tutto quello che si ricercava. Al momento non sappiamo cosa succederà in un futuro imminente, sappiamo solo che questa è la cosa giusta.

Mi sembra che, diversamente da altre band screamo, molti dei vostri brani nascano da contrasto tra melodia e urlo. Qual è il vostro procedimento di composizione?

Tutto è nato in maniera molto istintiva e naturale, ognuno ha contribuito con le proprie competenze cercando di fare ciò che esattamente serviva esser fatto.

L’ idea di un contrasto tra l’ urlato e dei giri melodici apparentemente spensierati è il puro senso della musica che vogliamo esprimere, poter rimandare a quegli attimi dove anche se il contesto è favorevole alla serenità, non ci si riesce comunque a distaccare dall’inettitudine e la scontrosità sentimentale che vige nelle nostre vite.

Almeno un paio di vostre canzoni fanno riferimento a filosofi tedeschi come Wittgenstein e Heidegger. Semplici spunti o un interesse radicato?

Interesse radicato. Respo, che s’è interessato maggiormente ai testi, studia psicologia ed è coinvolto quotidianamente da certe argomentazioni, i riferimenti sia a Wittgenstein che a Heidegger sono dei semplici primi passi che hanno portato poi un pensiero più personale e introspettivo.

La cosa più divertente di questo discorso è  che è stato bocciato tre volte all’esame di filosofia.

Immagino che “Gavrilo” si riferisca allo studente che assassinò l’arciduca Asburgo e provocò il casus belli che fece scoppiare la prima guerra mondiale. Come nasce il brano?

Esattamente, il riferimento a Gavrilo è una metafora perfetta per spiegare un fenomeno che crediamo abbia coinvolto tutti almeno una volta nella vita. La vicenda di Gavrilo, infatti, non è nient’ altro la goccia che ha fatto traboccare un vaso saturo di motivazioni per l’ avvio di una guerra già programmata.

Socialmente parlando, si riferisce all’ utilizzo di convenzioni antagonistiche tra soggetti, che sfoderando motivazioni generiche e prendendo capri espiatori celano sentimenti discriminanti molto più latenti, ricadendo in inspiegabili adattamenti comportamentali dell’individuo colpevolizzato, che si sente disperso e abbandonato senza una valida risposta.

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