Ispirato da artisti quali Bonobo, Nicolas Jaar, Jan Blomqvist, Muse e Safri Duo, il musicista Aléxein Mégas pubblica il suo primo album da solista: The White Bird.

«Sono felicissimo di aver sfornato questo disco, che rappresenta in sostanza il vissuto dei miei ultimi anni. È stato come espellere una bomba a orologeria che continuava a ticchettarmi in testa senza sosta»

Sonorità elettroniche e orchestrali vanno a formare un lavoro in qualche modo vicino alla forma del concept album. «L’album non vuole essere un vero e proprio concept: ciò che però accomuna i vari episodi presenti è l’imperterrita ricerca del proprio posto nell’universo da parte dell’uccello protagonista».

Aléxein Mégas traccia per traccia

I Am a Shadow apre il disco: dopo una lunga apertura strumentale arriva il cantato ad appoggiarsi su un tessuto morbido e già piuttosto colorato, ma con un filo di malinconia che tiene legato il tutto.

Si prosegue con le sirene di Midnight Lullaby, che lasciano presto spazio a sonorità soft-dance, con sfumature sparse qui e là e comunque sottovoce.

Molto più contrastato il percorso di Vector Space, che mescola momenti soft e altri molto più animati, in una sorta di danza orchestrale che ha anche qualche idea cinematografica al fondo.

Il versante pop e cantato riemerge con Bring me to life, che comunque non smette di mescolare e rimescolare suoni e ritmi, ottenendo un brano ricco di sfaccettature.

DiscoNected2 si basa su suoni che arrivano da lontano, sia per il percorso fatto nel brano sia per l’esoticità, che comunque sfocia in un brano a passo medio ma ricco di circonvoluzioni interne.

Sensazioni notturne oscillano nell’apertura di An Electric Love, che poi si anima decisamente e si avvicina a movimenti più pop.

I Just Wanna Feel Good incomincia con delicatezza ma ha qualcosa di consistente a livello ritmico che si agita in pancia fin dalle prime battute.

La title track The White Bird apre con gli archi per un volo morbido e malinconico, che poi accoglie anche le sonorità della tromba e che piano piano si accresce in volume e consistenza.

Life in a Box segue le linee del pianoforte fino a quella che è a tutti gli effetti una composizione orchestrale, tra classico e ambient.

Si chiude con Rays of a Warm Sunset, che una sorta di compendio delle sensazioni vissute lungo l’album, anche se più aderente alla seconda parte, quella maggiormente “classica” e orchestrale.

Aléxein Mégas completa la propria trasmigrazione verso l’elettronica con un disco scritto ed eseguito con attenzione al dettaglio e perfettamente in linea con la produzione contemporanea.

Genere: pop, elettronica

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