Alosi, “Cult”: recensione e streaming

Esce per La Tempesta Dischi Cult, il nuovo disco di Alosi. Cult, dopo l’esordio 1985, è un album eterogeneo, un inno alla libertà creativa che in un pugno di canzoni presenta tante facce diverse. Le collaborazioni sono le più disparate: dal reggae di Stevie Culture al blues elettrico con Adriano Viterbini o il cantautorato più classico con Massaroni Pianoforti.
Un album che contiene canzoni per me importanti scatenate da emozioni forti e contrastanti. Emozioni generate dagli avvenimenti esterni degli ultimi anni e dalla mia esperienza di vita. Così ogni canzone ha il proprio mondo personale, ognuno diverso dall’altro e colmo di uno spirito di resistenza e resilienza
Alosi traccia per traccia
Si parte da Downtown, esplorazione reggae in compagnia di Stevie Culture, compiuta con un certo gusto e sapienza.
Ma non si esplora di meno con Blues animale, che mantiene esattamente quello che il titolo promette, con vaste dosi di elettricità, fornite da Adriano Viterbini, e anche una certa propensione al gioco, che non dispiace affatto.
Molto più tranquilla Una vita in gioco, che mette lì anche qualche nota di pianoforte per un ballatone dal gusto abbastanza vintage. Si balla un po’ in Cult, che parla di amori splendidi seguendo una chitarra particolarmente sinuosa.
Le sigarette più amate dall’indie, le Camel Blue sono protagoniste del pezzo successivo, un lentone ancora abbastanza blues, in riva al mare per esprimere parecchio scoraggiamento, con l’aiuto di assoli finali.
C’è Massaroni Pianoforti per assistere Alosi in Fuori Programma: anche qui non è che il buon umore regni proprio sovrano, con un po’ di violino, passo cadenzato, un filo di autobiografismo.
Si parla di valori Universali poi, risollevando ritmi e atmosfera, in un pezzo che porta con sé anche un vago senso di allarme. A chiudere si raggiunge il Punto di non ritorno, per piano, voce e qualche effettino che sfarfalla sullo sfondo, salvo poi decollare bruscamente.
Buon viaggio, questo di Alosi, che condensa in meno di mezz’ora di musica idee e sonorità non banali, allinea qualche buona collaborazione e ottiene un disco di ottimo spessore e anche molto fresco.