REC è il primo disco degli Animatronic, progetto che vede alla batteria Luca Ferrari dei Verdena. Al suo fianco Luca “Worm” Terzi e il percussionista Nico Aztori, qui in veste di bassista.

Un album di 15 brani, quasi interamente strumentale, fatta eccezione per qualche sporadica intrusione vocale: in questo senso il singolo Fl1pper# – uscito il 10 ottobre – anticipa non solo le sonorità dell’intero lavoro, che oscillano dal math-rock al prog toccando in modo traversale un ampio universo sonoro, ma anche la sua filosofia.

La musica degli Animatronic nasce, infatti, per gioco: un gioco senza regole o confini prestabiliti. Nell’estate del 2018 i tre si incontrano nel tempo libero suonando per il solo gusto di fare musica, in maniera del tutto libera e senza una progettualità vera e propria. È così che dopo le prime jam inizia a prendere forma quel magma di ritmi intricati e suoni visionari che i tre decidono di battezzare con il nome di Animatronic.

Animatronic traccia per traccia

Si parte belli carichi: la prima traccia del disco è una muscolarissima Teddy Red & Jenny Ride, che apre robusta e poi si tranquillizza un po’, su toni e modi che assomigliano molto a quelli del math.

La parte più giocosa del progetto si affaccia subito, con le vocette e la chitarra di Fl1pper#, scelta anche come primo singolo.

Piuttosto vertiginosa la seguente La7, sia come ritmi sia come aspirazioni verso l’alto, in una continua rincorsa.

La teoria di titoli curiosi prosegue con 6SBARRE s.a.s., in cui la chitarra prende possesso della traccia e si esibisce in virtuosismi. Meglio rappresentato un drumming toccata e fuga nella seconda parte.

Intermezzo un tantino curioso per Formula, con una registrazione d’epoca seguita da una sgasata di chitarra e batteria veloce e molto tesa.

Si corre su piani più fluidi con Crossing, in cui la chitarra dardeggia quasi senza limiti, con sapori di anni ’80 che traspaiono. Sullo sfondo ecco un sax particolarmente acido.

Ambienti più rock quelli che disegna Tin-Tin, pur senza integralismi e conservando una certa quantità di libertà.

Si recupera compostezza e solennità con In cubo (cosa avranno voluto dire?) che ha qualcosa di crimsoniano, lato Starless, nel proprio incedere.

Ghostrek rientra su discorsi meno horror ma non meno tesi, con la chitarra che si affila e dialoga in modo intenso con il drumming.

Sviluppa molta potenza, ma si permette anche qualche intermezzo fantasioso Zabran. Il finale è folle e balcanico.

Tempo di calmarsi e di mangiare sano con la breve e molto oscura Seitan. Così si è pronti a ripartire a spron battuto con Fuori di nastro, potente e stabile.

Si furoreggia un bel po’ con Fanki!?, che è un minimo funk ma anche molto rock. La robustezza della batteria emerge in pieno con DCP, sincopata e un po’ a stop and go.

Il disco chiude con Tronofobia, che apre su un giro da metal ballad, per poi esprimere tutti i propri contrasti, con vocette che si affacciano nel background.

Quando si muovono, i fratelli Ferrari fanno sempre rumore, in senso buono ma anche in senso proprio. Una prova robustissima quella d’esordio degli Animatronic, che colpisce nel segno, pur riferendosi ovviamente a una nicchia, almeno quanto le imprese dell’altro fratellino Verdena.

Genere: math rock

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