Nati a Genova nel 2011, i Case Di Vetro hanno affrontato lunghe fasi di rodaggio prima di arrivare alla forma definitiva (?). Oggi arrivano all’ep Sete, che TraKs ti propone in anteprima streaming, qui sotto. Andrea Penco, Valerio Gattero, Stefano Zarba, Fabrizio Rossi e Alfonso Fanella impostano il proprio suono su atmosfere shoegaze/post rock/elettroniche. Il disco è stato realizzato presso il Wasabi Recording Studio di Milano, ed è stato prodotto da DreaminGorilla Records, Marsiglia Records e Wasabi Produzioni.
Case di vetro traccia per traccia
Parte con un battito Fermo immagine, la prima traccia di Sete: a seguire c’è un giro di chitarra piuttosto melodico e una voce adeguata a un’atmosfera soffice sì, ma con un pulsare nervoso della batteria. A seguire arriva Sete, la title track, che alza il volume: anche qui si lavora a contrasto, visto che mentre l’atmosfera e l’aggressività della canzone salgono, mentre la sezione ritmica si comporta in modo molto più ordinato e controllato.
Di nuovo il drumming in evidenza ne Il nostro tempo, che si allarga progressivamente a una canzone corale e anche piuttosto incisiva, sia a livello di testo sia per il suono.
Atmosfera più rarefatta quella di Solaris, con ovvi riferimenti al romanzo di fantascienza omonimo di Stanisław Lem o ai due film che ne sono stati tratti: se la prima parte è minimal, arriva un secondo impulso molto più potente e rumoroso, come se si fosse investiti all’improvviso dalle sensazioni di un pianeta nuovo. Il discorso si chiude su Tempesta, anch’essa con una struttura a salire, graduale e moderata, ma con un flusso costante che porta a vette piuttosto agitate.
C’è una discreta dose di ambizione nell’ep dei Case di Vetro, e soltanto il tempo saprà dire se le gambe della band saranno abbastanza forti per sorreggerla. Quello che dice il presente è comunque di pezzi ricchi di energia, spesso anche di pathos, in cui le influenze sono presenti ma non preponderanti, e in cui si intravvedono scintille decisamente degne di osservazione.