The Sun Sets in the Wrong Place è il secondo e nuovo disco pubblicato dai Barbed Wire, dopo One Last Drive, tra emo, hardcore e altre emozioni rock alternative.
Questo disco è il risultato di otto giorni trascorsi come monaci emo in una casa di campagna registrando tracce alle 4 del mattino. Solo noi, il nostro produttore e due fratelli che riportano le registrazioni (e cucinano cose fantastiche)
Barbed Wire traccia per traccia
Si parte alle 3 a.m., che ha un attacco particolarmente baldanzoso, ma poi rallenta, poi riaccelera eccetera. Il mood che ne risulta è un po’ schizofrenico ma anche molto fresco.
Più regolari i ritmi di un’appassionata Bedroom Walls, pezzo particolarmente d’impatto che si costruisce muri di chitarre e poi li scavalca.
Appaiono Pictures subito dopo, a inseguire con passione immagini e rimpianti. Umore decisamente più depresso quello che traspare da I Wish Everything Went Slower, con qualche punta di rabbia esplosiva.
Born From Dead Fears si fa tempestosa e impetuosa fin da subito, colpendo senza risparmiarsi. Funziona a stop and go la struttura di Gloomy Nights, che quando accelera lo fa sul serio.
Anche Angeline corre parecchio e poi si ferma, con il basso che lavora nei bassifondi, a segnalare linee possibili. Si chiude con The Sun Sets in the Wrong Place, title track che è anche il brano più lungo del disco. Il brano si rivela come una ballad elettrica particolarmente potente e addolorata. Finale sostanzialmente epico.
Altro buon lavoro dei Barbed Wire, che si appellano a una corrente rock particolarmente viva e ne fanno buon uso. Un disco rapido ma non indolore, in cui la carica emotiva dei brani è sempre esposta e molto evidente.