Fuori One More, il nuovo ep della Black Out Band, registrato e prodotto da Christopher Bacco di Studio 2. A distanza di tre anni dall’ultimo disco e dopo un’attenta ricerca musicale, la band ci regala una raccolta di quattro tracce provenienti da universi sonori diversi ma strettamente interconnessi.
One More è il frutto di un percorso musicale che ci ha portato dal 2019, dopo l’EP “Cosa Rimane”, a ricercare un nuovo sound e ad affrontare nuove tematiche nelle nostre composizioni. Il risultato finale è costituito da quattro brani, per noi universi sonori differenti, ma connessi: “And Mist Comes Again”, il singolo, racconta della nebbia come di una coperta che si può stendere sopra le persone e sopra le paure di ognuno di noi; “When The Fire Stops Burning” è un brano carico di rabbia e di sconforto per la totale indifferenza dell’essere umano nei confronti del cambiamento climatico; “You Fools!” ci riporta alle sonorità rock degli anni ‘70 e racconta in modo aggressivo e a tratti grottesco il passaggio delle anime dannate all’Inferno attraverso un mare in tempesta; l’EP termina con le atmosfere oniriche di “The Road Is You” in cui abbiamo dato ruota libera alla nostra creatività creando un’atmosfera che si ispirava ai freddi, desolati e “tolkieniani” paesaggi nordici
Black Out Band traccia per traccia
Si parte con And Mist Comes Out Again, ovvero con una ballatona che parte acustica e poi si arricchisce e prende corpo man mano che procede. Finale corale soul/gospel, ma con chitarra elettrica a impazzare.
Le luci si abbassano per When the Fire Stops Burning, altro pezzo lento ma che declina più verso la malinconia. Poi d’improvviso si sale di tono con una coda quasi progressive, un tantino in controtendenza con il resto del pezzo.
Rock and roll a piena forza quello di You Fools!, che pesca negli anfratti più acidi e ne trae un pezzo sfacciato e abbastanza divertente. Si chiude con il (finto) vinile di The Road is You, che torna tranquilla dopo le intemperanze del brano precedente. Anche qui si fa uso dei cori, mentre l’atmosfera rimane composta, almeno fino a metà, quando torna la chitarra.
Qualche imperfezione vocale, qualche idea un po’ vintage, molta energia e molte buone intenzioni da parte della Black Out Band, che viaggia in direzione America anni ’70 senza che qualcuno cerchi di cambiarne il tracciato. Le idee ci sono, sarebbe opportuno metterle a punto un po’ meglio e ripulirle un tantino.
Genere musicale: rock pop
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