Ghetto Falsetto è il nuovo album di Bruno Belissimo, in uscita per La Tempesta/Stradischi. Dopo l’omonimo debut album del 2016 il producer italo-canadese torna con il suo sound destinato ancora una volta a far ballare i più importanti dancefloor nazionali e continentali e ad animare le più prestigiose rassegne musicali.
Il disco nasce dalle esperienze live degli ultimi due anni – oltre 100 sono stati i concerti in Italia e all’estero – che hanno ricoperto un ruolo fondamentale nella crescita e nella consacrazione di Bruno come producer e perfomer.
“Questo disco, proprio come il precedente, è stato scritto di getto. Nel gennaio dell’anno scorso ho subito il furto del computer che conteneva alcuni provini ai quali stavo lavorando. Ho perso tutto, ma quando finalmente ho potuto ritornare in studio con un laptop nuovo, in meno di un mese avevo già scritto dieci pezzi, le stesse tracce che ora compongono il disco! Probabilmente per la frustrazione accumulata… Sono molto soddisfatto di questo lavoro, credo e spero che questi pezzi trasudino tutto il divertimento che ho provato scrivendoli e producendoli. Per questo non vedo l’ora di suonarli live in modo da portare finalmente queste canzoni nel loro ambiente naturale e godere vedendo la gente ascoltare e ballare ciò che ho preparato per loro in questi lunghi mesi di studio.”
(Bruno Belissimo)
Bruno Belissimo traccia per traccia
Passata l’euforia iniziale di This is Bruno, si arriva presto a un melange electro-elettrico, intitolato Tempi Moderni. Non c’è Charlie Chaplin però, dietro questa catena di montaggio, bensì impressioni dance, pailette, lustrini e un ritmo funk molto intenso.
Ritmi più marcati per la title track, Ghetto Falsetto, che lascia trasparire qualche ispirazione 80s nell’armamentario sintetico. Cambio radicale anche di ambientazione nelle prime fasi de La Pampa Austral, che presto però si riporta sotto le luci della discoteca, regalandosi qualche slappata di basso.
Si ritorna in pieno groove, quasi in purezza, con Boloña Balearica. E dopo Equatore-Interlude ecco le guerre stellari di Horror Tropical, animate da un senso di movimento continuo.
Urlo libero apre con un parlato e poi ricarica di ritmica, finendo per celebrare una fiesta sudamericana. Sensi sudamericani che proseguono in parte con Grattis Bruno, che però inserisce anche discorsi molto più serrati ed elettrici, con un Tognazzi filosofico nel finale.
La voce, in questo caso femminile, che era stata ancillare e usata in modo minimal fin qui, diventa protagonista in Soft Porn, con Foxy Galore, intensamente black. Via d’uscita con la breve e ancora piuttosto cantata, con Don’t Bother With Hardware.
Disco variegato e divertente, che conferma il talento di Bruno Belissimo per la scelta dei suoni e delle atmosfere. Il producer merita l’attenzione che ha per una notevole capacità plastica di giocare con i suoni.